Page 3 - La tentazione comica
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Roma Capitale, l’aria, l’ambiente scapigliato dei primi giornalisti, dei cronisti, dei vignettisti fra
gli ultimi anni dell’800 e i primi del 900, fino alla prima Guerra Mondiale.. Questo è il tema della
conversazione che terrò con il caro Claudio Costa, amico e, come abbiamo visto, valente studioso del
quale sono uno degli estimatori.
Dopo undici secoli finisce il potere temporale dei papi. A Roma tutto cambia; o meglio, come
succede sempre,quasi tutto, o qualche cosa, cambia.
A Roma, dal giorno di Porta Pia sono successe comunque una quantità di trasformazioni e di eventi; e
contemporaneamente si predispone una programmazione in ogni direzione che, anche se un po’
confusa, cambierà radicalmente il carattere della città. Il Piano Regolatore di Roma prevede gli “
abbellimenti “ di vecchi quartieri ( in realtà si tratta di sventramenti e abbattimenti ), l’edificazione dei
nuovi quartieri operai fuori del Centro storico, la nascita di zone residenziali, la costruzione degli
indispensabili muraglioni sul Tevere, l’installazione di nuovi ponti, la speculazione edilizia e la
conseguente crisi di lavoro, la lottizzazione e quindi la perdita delle grandi ville che c’erano dentro le
mura, tra le più belle d’Europa, vanto della Roma papale. E poi la sistemazione del Ghetto, l’erezione di
chiese non cattoliche, l’epurazione toponomastica: via i santi e le madonne ( Via S. Maria in via Lata
diventa Via Lata ), via le tradizioni e i riferimenti papalini (vicolo delle scale diventa Via Angelo Brunetti
dove aveva abitato Ciceruacchio, eroe della Repubblica Romana ), Via del Giardino Papale, a fianco del
Quirinale, diventa Via dei Giardini; non c’è più bisogno, se si vuole andare a Messa, di esibire al parroco
er bijetto per certificare l’avvenuta frequenza alla funzione, si stabilisce l’abolizione delle colonnette di
marmo nelle strade; vengono messe in opera le cassette postali in ferro in luogo delle antiche buche a
muro e viene proibito agli scrivani pubblici di lavorare per strada. Comincia il trasporto urbano con
carrozze a cavalli, si aprono nuovi teatri, si creano le zone archeologiche; nei conventi espropriati
hanno sede alcuni ministeri; sorgono, come espressione di libera vita democratica vari circoli e sodalizi
tecnico-artistico e sportivi ( specialmente sul Tevere ), s’installano le prime stazioni sanitarie nell’Agro
Romano e iniziano le lezioni delle scuole serali e i corsi delle scuole Superiori femminili. Si murano
lapidi risorgimentali in ogni dove, viene deliberata l’erezione di un Monumento commemorativo in
ricordo di Vittorio Emanuele II, avvengono banchetti operai in onore di Garibaldi.
C’è, nella Roma Capitale dell’Italia unita, una vita e un’aria libera e nuova.
Si sviluppa e si consolida sempre più la categoria dei giornalisti, dei cronisti, dei vignettisti. E’ una
classe che si sta trasformando ed è in via di sviluppo. Eccetto il breve momento della Repubblica
Romana ( specialmente al termine della sua caduta, da parte papalina, con i violenti ed impietosi
interventi satirico-politici, nel testo e nelle illustrazioni, contenuti nella pubblicazione dal titolo Grande
riunione tenuta a Roma nella sala dell’ex Circolo Popolare stampato nel 1849 e attualmente conservata alla
Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea ) la stampa era solamente un piatto e tetro bollettino di
notizie. Con l’Unità nascono in tutta Italia numerosi e nuovi giornali; si affermano e si rivolgono ad un
pubblico di lettori reso più copioso dai progressi dell’alfabetismo e dalla più estesa scolarizzazione: Il
Corriere della sera a Milano, La Stampa a Torino, Il Resto del Carlino a Bologna, Il Gazzettino a Venezia, Il
Secolo XIX a Genova, Il Mattino a Napoli. A Roma, oltre a giornali umoristici, letterari e mondani quali Il
Capitan Fracassa, Il Fanfulla, Don Pirloncino, La Raspa, La Frusta, Il Cassandrino vedono la luce Il Messaggero,
La Tribuna e Il Giornale d’Italia.
Perlomeno a Roma i collaboratori dei giornali sono dei giovani intellettuali, un po’ artisti, un
po’ scrittori, sicuramente bohemienne, leggermente affamati, frequentatori di economiche latterie, si
ritrovano nelle redazioni dei loro quotidiani, nei caffè specialmente quello di Aragno, in pieno centro,
sul Corso, a Palazzo Marignoli dove al primo piano c’è la Sala Stampa Romana. Frequentano anche le
vecchie e pittoresche osterie-trattorie intorno all’Augusteo i nomi delle quali sono quelli solitamente
caratteristici :“ L’Aliciaro “, “ La Velletrana “, “ Il Frascatano”, “ La sora Richetta “ Si mangia bene e si
beve altrettanto, delle volte a credito. L’ambiente degli assidui è misto: giornalisti ed artisti all’inizio
della carriera e persone, ormai personaggi, già arrivati e volutamente eccentrici. Si mischiano gli uni con
gli altri in una spensierata allegria: Pietro Fornari, il brillante erudito romanista che si firmerà “Pietro
Romano”, Duilio Cambellotti, Giggi Pizzirani, Giggi Zanazzo, Trilussa, Filiberto Scarpelli, Armando
Brasini, Leopoldo Fregoli, Gabriele Galantara, Edoardo Perino editore, Enrico Guazzoni pittore,
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