Page 2 - Su Prima colazione
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Intervento Luigi per presentazione libro Mazzetti
Mi ci sono voluti più di settant’anni per riuscire a far colazione come dico io !
Sì, come dico io, colazione e non prima colazione perché la triade colazione, pranzo e cena, sono i ripetitivi
momenti magici, cardine della vita, almeno della mia, che vanno rispettati al massimo, anche nella loro
tradizionale terminologia. Non posso soffrire l’abitudine (nordica? snobistica?alberghiera? diplomatica?)
di chiamare colazione il pranzo e pranzo la cena e mi rifiuto di adottarla almeno fino a quando – come
ebbe a dire l’amico Federico Zeri - l’ultima Cena non si chiamerà l’ ultimo pranzo!
E quindi anche prima colazione. Perché prima? Voi quante ne fate voi di colazioni? Io una sola,
tutt’al più un caffè a mezza mattina per calmare quel languorino che ti rende meno positiva la visione
del mondo.
Ma forse ci sono dei fortunati che fanno anche la seconda e la terza di colazione. Beati loro!
Sì, perché la colazione è un mito. Ho sempre sognato di farla su una tavola imbandita, con
scintillanti argenterie, candidi tovagliati di Fiandra, porcellane fiorite e una varietà infinita di delizie
pronte a saziare la mia fame mattutina.
Invece per tutta la mia vita, peraltro lunga e felice, ad esclusione di qualche esperienza
graditissima in grandi alberghi, per viaggi a causa di lavoro o di vacanza, le mie colazioni sono sempre
state veramente uno schifo!
Da quanto ricordo, da bambino piccolo, c’era una certa ritualità della colazione e un certo
rispetto per l’evento. Magari alla romana, col caffellatte e pane e ricotta! Ma ben presto, con la guerra,
le cose si mettono male e questo pasto –così importante- viene fortemente ridimensionato. E poi, come
dice Belli, siccome “ comincia er tormento della scola,” tra la paura di arrivare tardi e quella per le
interrogazioni e i compiti in classe lo stomaco si chiude completamente e…addio colazione !
Ricordo, a questo proposito un mio adorato nipote che, puntualmente, tutte le mattine, prima di
arrivare a scuola (e questo fino al terzo liceo) vomitava quel poco che la madre premurosa lo aveva
costretto a ingollare.
Poi è cominciato il lavoro. E anche lì, la fretta, la preoccupazione, gli impegni mi impedivano il
magico momento. E la famiglia. I figli, sempre in ritardo, da accompagnare, le spesette da fare prima di
iniziare la giornata e soprattutto la sfiducia storica di mia moglie nei confronti di questo inutile rito che
comportava un’ulteriore fatica organizzativa e preparatoria.
Per anni, solo un caffè al volo.
Unica eccezione, unico fronte di resistenza, la colazione della mattina di Pasqua. Lì ho puntato i
piedi e l’ho pretesa e ottenuta sempre. Sì, in quelle primaverili festose mattinate di Pasque romane, ho
preteso il salame, le uova sode, le pizze dolci e salate, le uova di cioccolato con la sorpresa e pure le
viole a ciocche sulla tavola imbandita! Mancano un po’ quelle gocce di acqua santa elargite dall’
aspersorio del vecchio prete che veniva a benedire la casa il sabato santo, non appena si scioglievano le
campane e finiva il digiuno. Ma vabbene lo stesso, anche col rito post-conciliare, la colazione di Pasqua
è salva.
Ma ora, in tarda età, riconquistata la calma e il tempo ho vinto la mia battaglia. Soli soletti, senza
i figli, con i nipoti ormai grandi, come i due vecchietti del “Cacao Talmone”, mia moglie ed io ci
concediamo il lusso di una vera colazione. L’apparecchiatura, certo, non è come io vorrei, al posto delle
tovaglie, dei modesti sottopiatti in plastica ( con divertenti rappresentazioni bucoliche), le tazze non
sono di finissima porcellana, il latte viene a tavola col pentolino e non in un decoroso bricco, il caffè, un
lontano ricordo. La ZUCCHERIERA D’ARGENTO, antico regalo di nozze, però resiste Anche le
vivande, per motivi di età e di salute, sono un po’ in tono ridotto. Il burro è sostituito con margarina
Omega 3 contro il colesterolo: Il latte è scremato. Il pane è integrale. La marmellata è dietetica.
Compaiono yogurt e cereali vari e… pure la crusca che ai tempi miei la mangiavano solo i maiali !
Quindi, nel complesso, sono contento. Seppure tardi ho realizzato il mio sogno.
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