Page 2 - Su Il latte degli Dei
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SU IL LATTE DEGLI DEI di Gemma Cortese - Lunedì 4 aprile 2005, Caffè delle Arti,
via Gramsci , 73 Roma - h 18
Intervento di Luigi Ceccarelli
E allora eccoci tutti qui per l'amichevole invito di Roberto e Gemma e per festeggiare,
in questa occasione, la recente uscita de Il latte degli Dei che, come sappiamo, è il titolo del
romanzo scritto dalla nostra amica. È questo, se non sbaglio, il quarto libro che Gemma
ha ambientato a Roma. Anche gli altri tre si svolgevano a Roma, in epoche differenti, nel
'700, nell' 800 e nella prima metà del '900. A questo punto voglio ringraziarla e ricordarle
quando alcuni anni fa, avendo io letto tutti questi suoi libri, la spronai, se ce fosse stato
bisogno, a seguitare a scrivere romanzi di ulteriore interesse romano. Ero un ammiratore
della sua scrittura e un convinto sostenitore della sua capacità di raccontare vicende di
personaggi e di situazioni incentrate a Roma. Ero però abbastanza sicuro che la mia
richiesta, prima o poi, sarebbe stata accontentata con una nuova storia. Grazie Gemma.
Mi hai pienamente accontentato. Ma diciamo la verità. Posso tranquillamente dire che
della mia sollecitazione e del mio stimolo non ce ne era alcun bisogno tanto ella ha avuto
sempre ed ha in tasca e a portata di mani, atmosfere, figure di contorno, abitudini,
topografie, costumanze, psicologie e fantasie della vita quotidiana di Roma, in ogni sua
epoca.
Voi lo sapete bene che io, per mia fortuna, non sono un critico letterario, sono
solamente un consapevole innamorato della mia città e dei suoi abitanti. Un innamorato
folle ed è bellissimo esserlo. Potrete allora capire la mia soddisfazione, la gioia e
l'interesse che ho provato alla lettura de Il latte degli Dei. Vorrei fare alcune
considerazioni. Mi rimane solo il rammarico di non potervi leggere per intero il libro
scritto da Gemma. Detto tra noi la cosa migliore da fare è quella di leggersi i libri da soli,
specialmente quando sono belli e non lunghi. E questo lo è. E basta. È gioia piena. Il
resto conta pochissimo. Queste mie considerazioni sono in definitiva solamente il
commento di un appassionato romanista su questo romanzo.
Ci troviamo, allora, proprio nei giorni intorno al 20 settembre 1870: sta finendo il
potere temporale, sta cominciando Roma Capitale. La società papalina sta agonizzando, i
modi della vita romana resistono ancora un po' al cambiamento e tardano a morire. Su
queste sfaccettature e su queste contraddizioni si sviluppa la storia. A prima vista
potrebbe sembrare un racconto giallo, un noir storico, di quelli che da qualche tempo
vanno tanto di moda. Ma è solo un pretesto. Del sanguinoso fattaccio che avviene in
apertura, una giovane balia di casa Altieri uccisa a coltellate, se ne parla, sì, qua e là, per
tutto il romanzo, ma sommessamente, tenuto sempre in secondo piano: tutto il racconto
è, principalmente e soprattutto, una rappresentazione di altri fatti, di personaggi, di
piccole e incisive figure che ruotano trasversalmente attorno a questo misterioso
accaduto. Il clima, i riferimenti storici, la vita di ogni giorno sono raccontati come al
solito da Gemma con una tale intensità e precisione come se fossero stati vissuti
personalmente da lei. Un potere misterioso e occulto che ho notato anche nei suoi
precedenti lavori. Sì, d'accordo, anche per Il Latte degli Dei tale proprietà sarà stata il
frutto della preparazione culturale dell'autrice, a tutti noi nota, la sua conoscenza
accurata e raffinata dell'epoca ( lo studio e la dimestichezza con pitture, stampe, arredi,
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