Page 2 - Francesco Ripandelli
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RIPANDELLI
Prima di tutto voglio fare un ringraziamento. Grazie, allora, a Francesco Ripandelli, capocordata dei
tanti Ripandelli che tutti insieme e con comune affetto, hanno voluto essere i promotori della
pubblicazione che oggi si presenta dedicata alla bella ed interessante figura del delegato di P.S. di
Trastevere, il loro antenato Francesco Ripandelli. Francesco è il nome di famiglia che si tramanda da
più generazioni, dal nostro capocordata e coordinatore di anelli familiari fino al piccolo Franceschino
nato il giorno di uscita del libro che celebra il suo illustre avo di ben quattro generazioni prima. Tutto
questo è molto bello. Grazie.
Devo dirvi poi che l’uscita di questo volume su Ripandelli, commissario di polizia a Trastevere dal 1888
al 1918, mi rallegra particolarmente. Come ogni buon funzionario di P.S. nonno Ciccillo, così lo chiama
Francesco junior in un’affettuosa dedica, nasce nel Sud, arriva a Roma e, giovane funzionario del
Ministero degli Interni viene destinato, poveraccio, ad esercitare le funzioni di delegato a Trastevere,
uno dei più difficili, turbolenti e balordi rioni della Capitale. Svolge il suo lavoro in maniera molto
singolare: non è mai armato, fa in modo di far rispettare la Legge con persuasione e tanta autorevole
benignità E’ un delegato buono, ha per arma un solo nodoso bastone, è un poliziotto anomalo e raro.
Alla fine tutta Trastevere gli vuole bene e i bulli, mascalzoni incalliti, lo rispettano. La figura di
Ripandelli, pur con le dovute ed ovvie distanze geografiche, culturali e ambientali, mi ha sempre
ricordato lo sceriffo Kane, il protagonista dell’indimenticabile western Mezzogiorno di fuoco di Fred
Zinnemann girato ne 1952. Kane, interpretato da Gary Cooper, è uno sceriffo buono, armato di
rivoltelle, sì, ma principalmente di coraggio, da solo batte i perfidi banditi che terrorizzano la sua
cittadina. D’accordo, tutti ricordiamo il famoso duello finale con tanto di pistolettate. Queste, però, a
ben pensarci, sono un fatto secondario: la vittoria dell’affascinante sceriffo è dovuta più che altro al suo
fermo atteggiamento di forza morale e di ardimento. Su questo punto si accomunano le due figure:
quella dello sceriffo e quella del delegato trasteverino. Questo, in sintesi, il profilo del commissario
Ripandelli. Non vado oltre perché le mille sfaccettature della sua vita le troverete molto ben svolte da
Sergio Valentini.
Da qualche anno si sta muovendo qualcosa ed escono interessanti libri, validi saggi, accurate
pubblicazioni tutte lodevoli iniziative che riguardano la storia e le vicende di famiglie romane: insomma,
c’è una varia attività di perlustrazioni e di ricerche in questo settore di Roma, città che mi sta
particolarmente a cuore.. E’ un tema che da molto vado propugnando, incoraggiando e consigliando
chiunque si accinga allo studio e alla pubblicazione. Le storie familiari, sono il succo storico della città,
essenza della grande storia di Roma. Pascarella dice:
Non ce se pensa e stamo all’osteria;
Ma invece stamo tutti ne la storia.
Allora la mia gioia è stata tanta quando ho saputo che Sergio Valentini stava scrivendo una biografia
dal titolo Sor delegato mio – Francesco Ripandelli commissario di P.S. nel Trastevere degli anni ruggenti edito da
Palombi Editori. Ho letto il libro, molto documentato e ricco di illustrazioni: mi è piaciuto anche per
due distinte ragioni: sì, è chiaro, c’è la storia, è ovvio, del delegato di Trastevere, ma nello stesso tempo
è raccontata la vita popolare di quegli anni in quel rione.
Trestevere in quer tempo era l’urione
che annidava li tipi più ribelli
prepotenze a ‘gni ceto de persone
bravate, schiaffi e scrocchi de cortelli.
In questi semplici versi, un po’ alla maniera picaresca, Romolo Lombardi descrive il suo rione. Romolo
Lombardi è un puro e genuino poeta dialettale che ha un caffè a piazza San Cosimato; fino alla sua
morte, nel 1962, vive sempre a Trastevere ed è immedesimato nel rione attraverso le cui voci e i cui
costumi ne afferra lo spirito popolare. Lo si può considerare senz’ altro il più attento cantore
trasteverino degli anni tra la fine dell’ Ottocento e la metà del Novecento, gli anni del nostro delegato
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