Page 21 - AFA - Antologia sull'insopportabile caldo romano
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.…Ci si rende contoche è insensato il  pretendere qualcosa di ragionevole, di giusto, di

                           possibile dentro a quel sortilegio maligno che è Roma…
                           (Guido Ceronetti, scrittore, “La Stampa”, c.s.)



                           L’ACCUSA DI CERONETTI: L’AFA COME ALLEGORIA DELLA

                           POLITICA  IN DISFACIMENTO
                                  (Titolo dell’articolo di Filippo Ceccarelli, giornalista, coordinatore

                                  del  dibattito  a  seguito  della  pubblicazione  dell’articolo  di
                                  Ceronetti, “La Stampa”, Torino, 7 luglio 1996)

                           L’afa romana, perciò, come un’allegoria della politica in disfacimento e i violenti raggi
                           del  sole  come  spunto,  perfino  poetico,  della  ricorrente  polemica  anti-capitolina.

                           Simbolica meteorologia. E intanto appassiscono davvero, nelle fioriere di cemento che

                           non piacciono a Sgarbi, le rose di Siviglia che la Pivetti ha piazzato a Montecitorio.
                           Immobile, senza un alito di vento, sta la bandiera sul pennone del Quirinale. Arso e

                           polveroso il Senato. Semi deserta piazza Colonna: poliziotti all’ombra e una ragazza,
                           in rosso, che s’allontana da Palazzo Chigi con un ghiacciolo in mano.

                           (Filippo Ceccarelli, “La Stampa”, c.s.).



                           …A  Roma  cerco  di  andarci  solo  quando  è  indispensabile.  L’afa  la  conosco  poco
                           perché scappo. Mi chiamano dal Senato: “Vieni, c’è l’aria condizionata.” Ma no. Il

                           ponentino? E’ gradevole, però, fisicamente l’aria marina non mi fa bene.
                           (Gianfranco Miglio, senatore della Repubblica, “La Stampa”, c.s.)



                           …Premetto di rispettare nel modo più assoluto l’espressione artistica, specie quella del

                           grande  Ceronetti.  E  tuttavia,  se  dalla  letteratura  si  passa  alla  realtà  la  sua  mi
                           sembra  una  bufala.  Roma  ha  uno  dei  climi  più  belli  del  mondo,  meraviglioso,

                           invidiato da tutti e su cui tutti hanno scritto. Il vero caldo-umido è quello di New

                           York, un caldo opprimente, faticoso, un caldo che fa venire il mal di testa e abbatte
                           l’animo.

                           (Francesco Rutelli, sindaco di Roma, “La Stampa”, c.s.)



                           Ceronetti ha ragione per quel che riguarda l’epoca moderna e contemporanea ma nel
                           passato profondo a Roma è nato un impero. In genere le grandi civiltà, nazioni e città,

                           basti pensare a Costantinopoli, nascono nei climi torridi. Washington, che è il centro




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