Page 2 - Su Teodonio
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SU TEODONIO
Circolo Culturale EX NOVO, 9 marzo 2005 h 17.
Intervento di Luigi Ceccarelli
Buonasera. Che posso, che debbo dire, io, proprio io, sull'ultimo
libro di Marcello Teodonio dopo tante illustri ed interessanti
considerazioni che abbiamo sentito a riguardo de la sua La letteratura
romanesca ? Assolutamente niente. Ho letto l'antologia, l'ho
consultata, mi è piaciuta moltissimo. Ma non sono uno studioso, i
giudizi critici e letterari, le radiografie, le evoluzioni e i percorsi del
romanesco li lascio agli specialisti dai quali c'è sempre tanto da
imparare. Sono, forse, soltanto un appassionato di Roma e di tutto
quello che riguarda Roma e specialmente chi l'abita e chi l'ha abitata,
chi l'ha vissuta, chi la vive. Che responsabilità ! Ma, credetemi, e
alcuni di voi lo sanno, quanto sia bello quest'interesse, quanto sia
appagante quest'amore. E allora. Si può quindi facilmente
immaginare quanto mi possa essere cara la figura, la personalità, il
lavoro, il carattere, il rapporto umano con Marcello Teodonio. Dirò
solo qualche cosa sull'autore, così come io lo vedo e l'ho visto, su
lui, su " Marcello mio " in assonanza di come scriveva Giuseppe
Gioachino Belli con tanta sottolineata affettuosità ai suoi cari
(Checcarello mio, Ferrettuccio mio, Menicuccio mio, Pippo mio ). E allora
anche noi due, Marcello ed io, su questo "mio" ci giochiamo
sempre. Ogni volta che ci scambiamo qualche busta contenente
scritti, documenti, ritagli di nostro interesse, l'intestazione è sempre
la stessa: " Per Marcello mio da Luigi suo " e viceversa. Un vero e
proprio tormentone belliano.
Ci siamo conosciuti nel 1988 alla presentazione di un bel libro che
Marcello fece con un mio nipote Francesco Negro, medico e storico
di medicina omeopatica. Il titolo era, appunto, Colera, omeopatia e altre
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