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libri, tutti di considerevole successo commerciale ed attendibile. Una specie de
La cucina romana di Ada Boni in romanesco: Pasta asciutta, Nonna minestra, Nonno
pane, Ricette e considerazioni in versi. Di grande effetto è l'incontro tra un ricettario
in versi romaneschi e quella vena di umorismo caratteristico di Fabrizi, sempre
presente. Ecco, per esempio alcuni incipit su qualche considerazione
gastronomica e di qualche ricetta:
Quanno se magna. ( la pastasciutta) Io sempre: a pranzo, a cena, a colazione,/ in treno,
sulla nave, in aviogetto,/ in mutanne, in pigiama, in doppiopetto,/ in piedi, inginocchiato, a
pecorone…Ricetta per L'amatriciana mia. Soffrigete in padella staggionata,/ cipolla, ojo,
zenzero infocato,/ mezz'etto de guanciale affumicato/ e mezzo de pancetta arotolata. Per
cucinare Pasta e cavoli. Du' spicchi d'ajo cor peperoncino,/ ojo, guanciale, o grasso de
presciutto,/ a foco lento, e quanno che s'è strutto/ se versa mezzo calice de vino. Una
riflessione su Pasta e lenticchie. Più assai che li facioli, la lenticchia,/ si se mantiè a
l'asciutto, resta intatta: / ecco perché, de solito, l'inguatta/ la gente poverella che strappicchia.
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