Page 4 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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romanzesca, dello straordinario personaggio nella Roma miserabile della prima metà del
1300.
Bisogna riconoscere che tutto questo materiale, di giudizi e di episodi è comunque
servito di base per la costruzione di un mito che però risulta anomalo, improprio e limitato
in rapporto alla reale figura di Cola di Rienzo. Ciò nonostante, abbastanza poco è rimasto
nel ricordo della storia e solo qualche traccia appare nella sua idealizzazione. Altre figure
storiche con esistenze e vite meno agitate e romanzesche hanno prodotto una simbologia
molto più incisiva e duratura. Addirittura Righetto, il ragazzino della Repubblica Romana,
probabilmente mai esistito, ha lasciato ancora oggi una piccola impronta di minuta mitologia.
Cola di Rienzo è quindi un caso a parte? E perché? Cerchiamo di chiarire, e se
possibile, di capire. I contrastanti giudizi su di lui hanno sicuramente pesato ed è emersa
allora, la contraddittorietà, non gradita ai posteri e non accettata dal mito. La figura di
Giordano Bruno, per esempio, è diversa, è tutta lineare, è veramente un simbolo del più
autentico attaccamento alle proprie idee sino ad essere arso vivo dai suoi nemici, vittima-
eroe quindi di un ideale che egli aveva sostenuto e difeso per tutta la vita. Così Giovanna
d'Arco e Savonarola con le loro vite limpide e chiare, senza incoerenze. Di essi, della loro
esistenza, in generale si sa abbastanza. Di lui, di Cola di Rienzo, diciamo la verità, sono
veramente pochi quelli che ne sanno qualcosa. Di lui, di Cola di Rienzo, almeno in Italia, si è
cominciato a parlare solamente dopo le 10 di mattina del 20 settembre 1870. Per cinque
secoli, durante tutto il dominio del potere temporale della Chiesa, il tribuno della Sacra
Repubblica Romana, per di più in sospetto di eresia, non era emerso, anzi era stato
volutamente accantonato, affossato e sempre considerato come il capopopolo che aveva
sovvertito e perturbato l'ordine dell'Urbe nel periodo di Avignone, già così tanto
eccezionale, rispetto alla tranquilla e inalterabile continuità dei papi a Roma e di Roma.
Quindi su Cola di Rienzo vi era stata una cancellazione, una vera e propria congiura del
silenzio. Tanto è vero che, come prima dicevo, appena dopo la Breccia di Porta Pia la
situazione si ribalta. Cola di Rienzo diventa a questo momento l'Araldo della Libertà, il
precursore dell'Unità d'Italia, il propugnatore di una giusta giustizia e del "buono Stato". Per
forza di cose è visto come l'Alfiere anticlericale e il Martire del governo dei preti. E' un
atteggiamento politico (prima e dopo la Breccia) che risente, come al solito, delle lontane,
preconcette e ormai consolidate tesi dei detrattori e dei sostenitori.
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