Page 9 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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pascolavano pecore e capre, si sciorinavano i panni al sole e sorgevano rusticane osterie. Una

                   distesa di verde quale appariva dal Gianicolo o dalla terrazza del Pincio."

                         E' proprio in questa zona, sulla sponda destra del Tevere, che si decide di edificare con

                   un approssimativo piano di ampliamento della città. Siamo nel 1873. Si comincia a costruire

                   nella  parte  dove  adesso  c'è  via  Vittoria  Colonna,  in  linea  con  il  ponte  di  Ripetta  per

                   permettere il passaggio tra la città vecchia e il nuovo quartiere. I lavori di costruzione vanno

                   a rilento in attesa che Prati abbia un definito piano regolatore. Solo nel 1882 un accordo tra

                   Comune  e  Governo  stabilisce  l'edificazione  delle  caserme  e  il  sorgere  del  Palazzo  di

                   Giustizia; vengono progettati i ponti Umberto e Margherita; riprendono velocemente i lavori
                   in tutto il comprensorio. Si arriva all'aprile-maggio 1885: è il grande momento di dare i nomi

                   a vie e piazze del nuovo quartiere. La Commissione toponomastica si scatena; c'è di tutto in

                   quell'antologia di nomi scelti in tutte le epoche e in tutte le umane attività: imperatori e poeti,

                   accanto a  musicisti,  oratori,  giuristi, storici senza un logico criterio di collocazione: Giulio

                   Cesare,  Muzio  Clementi,  Pomponio  Leto,  Alberico  II,  Boezio.  Cola  di  Rienzo  è  trattato

                   benissimo: gli si intitola l'arteria principale del quartiere, la via nasce da piazza della Libertà, a

                   un certo punto diventa piazza Cola di Rienzo, ritorna via Cola di Rienzo, finisce a piazza del
                   Risorgimento. In mezzo per di più, c'è anche piazza dell'Unità. E' un disegno di eloquente

                   chiarezza toponomastica in linea con i significati simbolici richiesti da Roma Capitale. Manlio

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                   Barberito ,  in  chiare  lettere  precisa:  "...a  Cola  è  stata  intitolata  la  grande  strada  a
                   dimostrazione  dell'idea  fissa  che  la  storiografia  risorgimentale  aveva  sull'operato  di  Cola,

                   considerato, soprattutto in forza delle sue idee antipapali, un araldo di libertà e un profeta

                   del Risorgimento." Un'altra considerazione di sapore risorgimental-unitaria-antipapale è data

                   pure dal fatto che, al momento della nascita del nuovo quartiere, nel fissare la direzione delle

                   principali  strade  sia  stata  del  tutto  trascurata  la  visuale  della  cupola  di  San  Pietro:  ragioni

                   urbanistiche o voluti stratagemmi di carattere politico? Comunque via Cola di Rienzo diventa
                   subito  il  centro  di  vita  nuovo,  "moderno",  frutto  della  "Terza  Roma",  molto  simile  a  via

                   Nazionale, che, però, è un po' più su di tono. Col passare degli anni la principale strada di

                   Prati prenderà quel carattere animato e commerciale che tuttora conserva. Negli anni '30 una





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                         Manlio Barberito, Note di toponomastica romana, in "Strenna
                   dei Romanisti", Roma, Editrice Roma Amor 1980, vol. XLI, (1990),
                   pag. 26.
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