Page 10 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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                   descrizione  ce  la  dà  lo  scrittore  Marcello  Gallian  che  stravede  per  Prati  al  punto  di
                   paragonarlo forsennatamente a Broadway: "...Allora, tutti, uomini e negozi si sfrenano pel

                   Corso,  ch'è  via  Cola  di  Rienzo,  nella  sera  e  trovano,  appena  notte,  l'equilibrio;  sembra

                   sempre Natale o Pasqua Epifania; si fanno sperperi di grammofoni."

                         Un  prolungamento  ideale  di  tanto  entusiasmo  per  Cola  lo  troviamo  oggi  nell'aver

                   dedicato al tribuno una scuola media statale in via Caposile nel quartiere Della Vittoria.



                   Leggende metropolitane.

                         Cose  vere,  cose  non  vere,  entrambe  modificate,  trasformate,  peggiorate,  migliorate,

                   mai accadute, accadute, immaginate, inventate di sana pianta. Tutte insieme un po' di una un

                   po'  di  un’altra,  mischiate  insomma,  ecco  che  nascono  le  leggende  metropolitane.  Dopo

                   qualche anno, oppure subito, diventano plausibili, quasi vere e danno vita al mito. Gli autori

                   sono  sconosciuti,  ma non  importa: le  leggende  metropolitane  vanno  da sole, vanno dove

                   devono andare e appagano la fantasia popolare che forse ne aveva bisogno.
                         Alcune,  persino,  sono  ideate  a  cura  degli  interessati,  per  loro  comodo.  A  Cola  di

                   Rienzo, per esempio, andava un po' stretto il fatto di essere nato in una taverna figlio di un

                   oste, Lorenzo, e di una lavandaia, Maddalena. La fierezza di essere un plebeo la sbandierava,

                   però, soltanto quando gli faceva comodo. Per altre occasioni, fece girare la voce che proprio

                   un anno prima della sua nascita l'imperatore Arrigo VII del Lussemburgo, giunto a Roma

                   per  farsi  incoronare,  ma  preso  in  mezzo  alle  furiose  lotte  tra  guelfi  e  ghibellini,  dovesse

                   travestirsi da viandante e rifugiarsi nella taverna di Lorenzo, ove rimase alcuni giorni, mentre

                   l'oste era assente. Proprio in quei giorni aveva conosciuto la graziosa locandiera Maddalena,

                   rimasta sola, e da quell'incontro sarebbe nato Nicola figlio di Lorenzo. Da questa leggenda
                   (vera, non vera?) si valse a un certo punto il tribuno per farsi credere figlio dell'imperatore,

                   proclamando  apertamente  e  sfacciatamente  l'adulterio  della  madre.  La  sua  alta  statura,  il

                   colore bianco latteo della carnagione, i capelli rossicci (tutti segni particolari poco romani)

                   rafforzavano un'origine nord-europea dando corpo alla leggenda.










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                         Marcello  Gallian,  Vecchio  e  nuovo  Prati  di  Castello,  morte
                   di Broadway, in "Impero", Roma, 11 febbraio 1933.
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