Page 13 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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Si può piantare un albero perché ti è nato un figlio, la data più felice da ricordare. Ma
si può anche piantarne uno perché è morto il tuo maggior nemico a suggello del tremendo
anniversario. E questo, si dice, fecero i Colonna che nel loro giardino potevano andare a
rimirarsi il pino interratovi il giorno dell'uccisione di Cola, odiatissimo avversario. Bisogna
dire che la natura non guarda in faccia nessuno se è vero che la pianta crebbe benissimo e
prosperò per ben cinque secoli, fino a che nel 1846 un fulmine pareggiò i conti abbattendola
per sempre.
Verso la fine dell'Ottocento, al momento della realizzazione di piazza Giuseppe
Gioacchino Belli, fu demolita la chiesa di Santa Bonosa, santa trasteverina, che si trovava più
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o meno tra via della Lungarina e via dell'Olmetto . Durante i lavori furono rinvenute
importanti vestigie medioevali nel sotterraneo. Si credette che nella chiesa si conservassero le
ceneri di Cola di Rienzo e la Giunta comunale nel 1887 fece fare accurate ricerche. La falsa
tradizione della sepoltura del tribuno in questa chiesa ebbe origine da un equivoco, di avere
cioè attribuito a lui una lapide sepolcrale di tal Nicola Vacca, esistente nel mezzo del
pavimento e che portava in rilievo la figura togata del defunto. La lapide venne rimossa e
depositata nei magazzini della Commissione Archeologica Municipale. E, nuovamente, ci
viene in soccorso anche la Cronica: "...fu arzo e redutto in polve" al punto che "non rimase
cica."
Pittura storica.
E le vere sembianze di Cola di Rienzo quali erano? Si, c'è la sua presunta immagine, da
lui stesso sostenuta (però così poco romana) che lo raffigura con i capelli rossi, la carnagione
bianco latte, l'alta statura. Ma è forse leggenda, leggenda di comodo, per farsi credere figlio
dell'imperatore, uno del nord. Le fattezze riprodotte da Masini per la statua a fianco del
Campidoglio sono quella di un ometto corrucciato, col cappuccio medioevale, con il braccio
destro proteso in atteggiamento oratorio e con la mano sinistra che impugna una spada a
forma di croce. Pura simbologia. Anche nel busto al Pincio, stesso autore e stessa epoca,
l'aspetto fisico di Cola di Rienzo è un falso ideologico predisposto solo alla celebrazione del
fiero ed ardito tribuno. Pura retorica commemorativa che coincide con la cosiddetta pittura
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Piero Becchetti, Roma nelle fotografie della Raccolta
Ceccarius, Roma, Colombo editore, 1991, pag. 180.
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