Page 18 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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Oggi Cola de Rienzi, poi domani
Balilla, Pietro Micca, Masaniello,
Fieramosca, li Vespri Siciliani,
Ferruccio a Gavinana... Se provava,
'Gni fatto che vedevi era più bello
Dell'antro; ma però nun attaccava.
Basta, non altro. Poi, qualche sonetto più avanti, nella descrizione amara del medioevo
romano:
Da 'na parte l'Orsini e li Colonna,
Dall'altra li Colonna e li Ghetani,
A San Bartolomeo li Frangipani,
Li Crescenzi vicino a la Rotonna;
E poi quell'antri dietro a la Madonna,
De Monti, quelli all'Arco de Pantani;
E poi tutti li principi romani
Come li Chigi de Piazza Colonna,
Li Doria li Panfili e li Savelli,
che s'ereno slargati fin d'allora
For de le Porte fino a li Castelli,
Che da quer tempo lì, benché ce corre,
Tanto tempo, ce so' rimasti ancora
L'avanzi de le mura de le torre.
Non una parola su Cola che obiettivamente era stato il protagonista di quel periodo
tormentato. Molto strano che un poeta, patriota, massone, cantore epico dialettale della
Terza Italia, non abbia, non dico celebrato, ma almeno ricordato il povero Cola. Eppure
Pascarella aveva tutti i numeri per farlo. Si può supporre che la debolezza del mito di Cola
non abbia potuto commuovere la vena poetica di Pascarella, che viceversa, sempre in Storia
nostra, aveva dedicato appassionati sonetti all'Assedio di Roma, alla Morte di Anita, a
Goffredo Mameli e al Moro di Garibaldi. Si, d'accordo, si tratta di Risorgimento, tanto nel
sangue del poeta che pur non avendolo vissuto, l'aveva certamente trasformato in mito,
come è dimostrato da Villa Gloria.
Qualche traccia su Cola di Rienzo è rimasta nella poesia dialettale romanesca, però, in
quella minore. E' il segno, forse inconsapevole, ma sicuramente spontaneo ed ingenuo
dell'autentica memoria popolare. L'amico Claudio Sterpi, appassionato cultore di poesia
romanesca e poeta egli stesso, mi ha segnalato un interessante poemetto su Cola di Rienzo.
L'autore, Alfredo Gatti, nasce a Roma nel 1881 e muore suicida nel 1916. E' un oste che per
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