Page 22 - Il mito popolare di Cola Di Rienzo
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ché prevedeva un popolo potente
unito, forte, ma repubblicano.
Fu pe’ questo, così, che ’na matina
te lo fecero secco come gnente
co’ quattro puncicate ne’ la schina.
Spettacolo.
Cola di Rienzo precursore dell’uso delle immagini come forma di persuasione politica?
Parrebbe di si. L’Anonimo della Cronica scrive che Cola, prima di marciare trionfalmente sul
Colle Capitolino alla testa di un corteo popolare per farsi proclamare tribuno, fa dipingere
alcune semplici scene allegoriche e le fa mettere nei punti frequentati della città.
Naturalmente di questi dipinti o “similitudini” oggi non resta più nessuna traccia.
Sull’argomento è uscito un serio e approfondito saggio che invito a leggere per la sua novità
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e per il rigoroso interesse che riveste . Possiamo immaginare che le rozze figure delle scene
saranno state simili a quelle dei pannelli da cantastorie utilizzate per secoli nelle fiere e nelle
feste paesane. Sono facili allegorie dai chiari ed immediati significati. Per esempio, la pessima
situazione della città di Roma veniva personificata da una nave senza vele e senza timone in
mezzo ad un mare in gran tempesta; a bordo c’è una nobildonna vestita di nero, scarmigliata
e piangente, che chiede aiuto perché la nave stà per affondare. In un’altra similitudine appare
San Michele Arcangelo (la personificazione di Cola di Rienzo) che, insieme allo Spirito
Santo, combatte e schiaccia i soliti animalacci mostruosi, malefici e demoniaci, simboli delle
famiglie baronali nemiche del programma politico del tribuno popolare. Tutto questo mi
piace immaginarlo come un teatrino privato rivolto ad un pubblico di analfabeti da trascinare
ancor di più, ove non fosse bastata la veemente oratoria di Cola. Insomma propaganda con
le immagini, un’arma nuova di lotta politica, una forma rudimentale di spettacolo al servizio
dell’ideologia.
Un inciso: devo dire che stavolta Cola c’entra pochissimo ma la Cronica si. Mi riferisco
al successo di un film italiano del 1966, L’armata Brancaleone. E’ un esempio di gustosa e
nuova rappresentazione del genere medioevale: tra i suoi numerosi pregi c’è quello,
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Marta Ragozzino, Le forme della propaganda, pittura politica
a Roma al tempo di Cola di Rienzo: proposte per una ricerca, in
"Roma Moderna e Contemporanea", Roma, VI, n. 1/2, (1998) (numero
monografico dedicato a: Conservato e perduto a Roma per una
storia delle assenze, a cura di Liliana Barroero e Bruno
Toscano).
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