Page 10 - Quando il voto era una novità
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                     meravigliava per non aver trovato Garibaldi in lista mentre un altro si lamentava di

                     non poter votare per il papa.

                             Cominciava quel giorno anche il rito del voto dei politici. Stuoli di fotografi

                     (il  termine  "Paparazzo"  non  era  stato  ancora  inventato)  attendono  dall'alba  alle

                     Fornaci  De  Gasperi  che  però  vota  a  sorpresa  in  un  altro  seggio.  Delusione

                     tremenda,  lavoro  sprecato.  Il  Presidente  del  Consiglio  si  impietosisce  e  ripete  la

                     scena  davanti  agli  obiettivi:  perfino  lui,  così  austero,  si  piega  alle  esigenze  della

                     nascente civiltà dell'immagine. Del resto quel giorno era di umore particolarmente

                     faceto se, accettando dopo molte insistenze di passare per primo, aveva assicurato
                     sorridendo(!): "Farò presto. Tanto so per chi debbo votare…".

                             Il più pasticcione fu Umberto di Savoia. Andò il lunedì mattina; provocò -

                     anche  se  involontariamente  -  degli  applausi  che  gli  attirarono  i  rabbuffi  del

                     presidente del seggio; cercò - invano - di rifiutare la scheda del referendum (cosa

                     che invece era riuscita alla regina a costo di pagare una multa dalle 200 alle 300 lire);

                     non  incollò  le  schede  e  dovette  tornare  in  cabina;  dimenticò  infine  di  ritirare  il

                     certificato elettorale e fu richiamato indietro.
                             Ciononostante a Roma, di poco, vinse la monarchia.









































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