Page 7 - Quando il voto era una novità
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                     elezioni.  Un  teatro  dell'Assurdo.  Insomma,  s'ignoravano  quelle  regole  che

                     costituiscono  lo  stile  politico  dei  Paesi  ad  alta  e  collaudata  democrazia.  Nei

                     capannelli  romani  veniva  fuori  quasi  sempre  la  sguaiataggine  dei  cinemetti

                     d'avanspettacolo, delle riunioni di boxe, delle partite di calcio. Veniva ridicolizzata

                     ogni cosa: uomini politici, partiti e i loro programmi erano motivo di scherno e di

                     buffoneria. In tanta grossolanità chi soffriva di più erano i poveri agit-prop (agitatori

                     politici propagandisti del PCI) e gli agit-pret (termine scherzoso per i sostenitori della

                     DC) mandati lì apposta per regolare le discussioni e far opera di propaganda. Con

                     eroico slancio e con grande coraggio, tutti carini e pulitini come fossero i primi di
                     una classe di discoli sfacciati e ridanciani, intervenivano seriosamente nelle agitate e

                     pittoresche  discussioni,  ormai  a  ruota  libera,  cercando  di  riportare  serietà

                     nell'assembramento. Peggio. Le parole ricercate e talvolta incomprensibili, gli inviti a

                     ragionare,  i  principi  ideologici  e  le  severe  enunciazioni  dei  partiti  procuravano

                     maggiormente i più grevi frizzi e le più colorite battutacce. Ognuno diceva la sua,

                     senza nessun ritegno. Anche i poveri propagandisti si difendevano rispondendo per

                     le  rime,  e  quello  che  doveva  essere  un  dibattito  di  vita  democratica,  in  tanta
                     confusione, diventava una litigata da tram o fra lavandare.

                             Quando  i  guastatori  dei  capannelli,  ebbri,  soddisfatti  e  stanchi  delle  loro

                     bravate, si allontanavano per andare a giocare nei loro biliardi, erano solo i curiosi e

                     i perditempo che assistevano ad una rappresentazione un po' più composta tra gli

                     esperti in dibattiti, comandati anche loro quasi sempre dai partiti. Cosicché questi

                     comizi volanti, senza gli impietosi guastatori, erano una forma di politica spettacolo

                     che anticipava in qualche modo i battibecchi televisivi di oggi e ripetevano anche,

                     inconsapevolmente,  schemi  dell'antica  Commedia  dell'Arte.  I  protagonisti,  che

                     improvvisavano  su  canovacci  già  un  poco  logori,  non  erano  mai  conosciuti  per
                     nome  e  cognome  ma  per  soprannome,  come  le  antiche  Maschere,  appunto.  Fra

                     loro, indimenticabili, il Professore e il Monsignore, ovviamente democristiane e la Coppia

                     rossa e Tabula rasa, tutte e due comuniste.









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