Page 2 - Quando il voto era una novità
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ROMA L'ALTRO IERI Piccolo diario di vita quotidiana












                                                        QUANDO IL VOTO ERA UNA NOVITA'
                                                                              LUIGI CECCARELLI













                             1946.  Gli  Alleati  se  ne  vanno.  Dopo  due  anni  di  occupazione  lasciano

                     l'amministrazione di tutta la penisola (tranne la Venezia Giulia) ad un governo di loro fiducia

                     composto da una coalizione di partiti antifascisti aderenti al Comitato di Liberazione Nazionale.

                     La guerra è finita da otto mesi ma il dopoguerra è altrettanto durissimo; gli anni difficili non sono
                     davvero finiti. Manca tutto, manca il grano, manca il gas, manca l'energia elettrica, l'acqua è

                     razionata. La borsanera  impera sempre di più, le restrizioni  alimentari rimangono vive: viene

                     addirittura sospesa la produzione di pasta per assicurare l'approvvigionamento del pane. La tessera

                     annonaria permette il prelevamento di 200 grammi di riso, un decilitro di olio, 200 grammi di

                     zucchero. Si possono avere quattro pacchetti di sigarette al mese. Ma il tabacco è schifoso al punto

                     tale  che  se  lo  ricordano  alcuni  sopravvissuti,  allora  giovanissimi  fumatori,  chissà  perché  non

                     deceduti. I servizi pubblici sono quasi inesistenti: le camionette sostituiscono gli autobus, i tram

                     fanno servizio dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 17,30. I negozi chiudono alle 18 anche perché

                     non hanno niente da vendere. Rispetto al 1938 il costo della vita è aumentato di ventidue volte.
                             I giornali sono ad un solo foglio e nella loro libera cronaca, con un velo di censura, svelano

                     i fatti e i fattacci di Roma: orribili omicidi, continui furti e rapine, arroventati processi politici,

                     brutali  linciaggi,  perfide  delazioni.  La  disoccupazione  è  a  livelli  altissimi.  I  senzatetto  sono

                     un'infinità:  alcuni  addirittura  occupano  il  gabbione  ormai  vuoto  che  si  trova  alle  falde  del

                     Campidoglio. Dentro, prima, c'era la lupa ma della povera bestia, simbolo imperial-fascista, non se

                     ne sa più niente: dicono che se la siano portata via i tedeschi o che qualche affamato se la sia

                     mangiata.  Altri  vanno  ad  abitare  nella  piccola  grotta  dove  è  depositato  il  cannoncino  di

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