Page 3 - Genta a Roma
P. 3

Eppure, qualche cosa trapelò su alcuni duelli diretti da Alberini: per esempio, su quello tra
            Carlo Scarfoglio  che,  direttore  de  Il Mattino  aveva  attaccato  l’on.  Giacomo  Acerbo  a  proposito

            dell’unificazione di Castellamare e Pescara. Si noti che l’instancabile Scarfoglio, soltanto qualche
            giorno dopo, si sarebbe scontrato con Mario Carli, direttore de L’Impero, giornale futurista. Dopo
            dodici assalti Scarfoglio viene ferito abbastanza gravemente al braccio: il colonnello, nonostante
            le sue proteste, dà l’ordine perentorio di sospensione. Nell’irritazione profonda che lo assale, a
            Scarfoglio sfugge di mano la spada ferendo l’incolpevole on. Ezio Maria Gray che assisteva come
            padrino. Si può capire  il  disappunto  e  il  rammarico  del  direttore  di  scontro  di  fronte  a  questo

            episodio tanto contrastante con le leggi cavalleresche. Pare che il colonnello abbia sentenziato in
            proposito:"Non è bello gettar la spada, in nessun caso".
                   Altro noto duello trapelato fu quello tra Curzio Malaparte e il giornalista Silvio Maurano,
            nel 1926, a proposito di una frase irriguardosa su Malaparte apparsa ne L’Impero. Lo scontro si

            rivelò furioso e  lunghissimo  anche  a  causa della  cocciutaggine dell’offeso  che  voleva  per  forza
            proseguire: solo dopo l’intervento dei medici, per le condizioni fisiche di Maurano, ebbe alla fine
            termine.
                   Una  sola  volta  il  colonnello  Albertini  si  lasciò  trasportare  svelando  disinvoltamente
            l’epilogo di un duello: ma era un ricordo talmente romantico e così assolutamente anonimo, che
            ritenne di non commettere nessuna indiscrezione: durante uno scontro apparve una carrozza, ne

            scese  una donna in  lacrime e  senza riguardo per i vestiti,  la borsa e il cappellino si  gettò quasi
            sulle spade dei contendenti che d’altra parte si erano fermati a tempo. Davanti a tanta scena, la
            contesa finì lì.
                   Non amore romantico ma fierezza civica ispirò invece uno dei due scontri che Albertini
            sostenne personalmente da duellante (sui motivi dell’altro non si sa, ovviamente, nulla) quando a

            Nocera  Inferiore,  dopo  aver  allungato  un  ceffone  a  un  meridionale  che  aveva  parlato  con
            disprezzo dei soldati romani, dovette "dargli soddisfazione".
                   In ogni caso per tutti i "gentiluomini", quelli che duellavano e quelli che organizzavano, la
            prima esigenza, la prima necessità, era trovare un terreno di sfida appartato per evitare possibili
            interventi della polizia. A Roma e negli immediati dintorni per tanti anni e per tanti duelli furono

            scovate  e  scelte  le  località  più  recondite  ed  idonee:  ecco,  alla  rinfusa,  i  posti  più  impensati  e
            inaccessibili  anche  alla  stampa  e  ai  primi  scaltri  fotoreporter  che  avrebbero  recato,  oltre  che
            disturbo, una pericolosa pubblicità. Alcune di queste località si trovavano oltre l’estrema periferia
            di  allora:  la vigna  Volpi  fuori  Porta  S. Paolo,  la tenuta  di Grotta  Perfetta,  i  prati  di  Testaccio,
            l’osteria  del  Finocchio,  il  fondo  Laghetto  nei  pressi  della  Marcigliana  tra  la  Nomentana  e  la

            Tiburtina, Tor Carbone vicino all’Appia Antica, l’Acqua Santa.
                   Spessissimo si duellava anche nei teatri di posa cinematografici, quelli con il tetto a vetrata
            per girare i film muti, ripresi con la luce solare. Questi stabilimenti stavano quasi tutti fuori Porta
            S.  Giovanni:  la  Castelli  film  a  via  Fregene,  la  Cines  a  via  Vejo,  la  Tiber  film  a  via  Macedonia,  la
            Palatino film al Celio e la Pasquali film a via Albalonga dove due giornalisti, Ventriglia e Pascazio, si
            batterono in un set arredato per il film I tre Moschettieri (il duello nel duello).





                                                            2
   1   2   3   4   5   6   7   8