Page 5 - Genta a Roma
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GIUSEPPE ALESSANDRI Adoratore notturno
(1847-1934)
Dall’Osservatore Romano del 14 marzo 1934, a firma A.G.G.:
"La notizia della morte del nob. Commendatore Giuseppe Alessandri, avvenuta ieri 12
marzo, ha sollevato sincero e profondo cordoglio nella vasta ed eletta cerchia di conoscenze che
lo scomparso contava in ogni ceto. Figura di cittadino integro e di gentiluomo di vecchio stampo,
egli era altresì considerato il decano della Adorazione notturna del SS. Sacramento esposto nelle
Chiese di Roma in forma di Quarantore. Si ascrisse all’associazione ancor giovane e la frequentò
assiduamente sino alla sua robusta vecchiezza di 87 anni che non aveva conosciuto malattie.
Egli assisteva alla veglia con profondo raccoglimento, e, dotato di ferrea memoria, seguiva
la recita delle diverse ufficiature senza ricorrere alla lettura. Si accostava assiduamente alla Mensa
eucaristica, e, trascorse le lunghe ore di adorazione, nel tornare a tarda ora a casa spesso rifiutava
la vettura messa a disposizione dei confratelli.
Nutrì affetto vivissimo alla SS. Vergine alla SS. Eucaristia, che doveva accompagnarlo
nella lunga esistenza. Devotissimo anche dei Ss. Martiri e delle insigni memoria di Roma cristiana,
il comm. Alessandri in tutti i giorni della Quaresima sentiva come un obbligo di assistere alla
processione ed alla funzione stazionale, sfidando qualsiasi intemperie. E pure in questa
Quaresima si vide il caro vecchio nelle Chiese stazionali dal giorno delle Ceneri in S. Sabina sino
negli ultimi giorni in quella remota di S. Balbina, seguire il devoto corteo prendendo parte ai canti
edificando così i frequentatori per l’ardore di fede, che mostrava in così tarda età.
Ascritto ai "Sacconi", era assiduo alle funzioni che questi, rivestiti di rozzo saio, celebrano
nella Chiesa di S. Teodoro al Foro Romano.
Il comm. Alessandri non si distinse soltanto nella fede religiosa, ma anche nell’esercizio
della più squisita carità; ed in questi ultimi anni finanche accettò di essere patrono dell’Opera
Maternità ed Infanzia nel IX Comitato del Trastevere, rione ove ora abitava.
Ogni mattina, dopo ascoltata la Messa, si recava alla sede presso il Commissariato in via S.
Dorotea coadiuvando l’ufficio di segreteria nell’accogliere la numerosa, rumorosa e spesso
insistente clientela delle madri di famiglia, ed anche prestandosi nella faticosa distribuzione dei
sussidi. Negli ultimi giorni soffrì vivo rincrescimento allorché fu intimato lo scioglimento del
Comitato, e con gli altri benemeriti patroni sostituito nell’opera benefica, cui aveva dedicato la
sua operosa vecchiezza.
Il comm. Alessandri fu, insieme al testé defunto Filippo Fausto Marucchi, capitano in più
Conclavi al seguito del Custode principe Chigi.
Uomo di perfetta tranquillità, aveva sempre il sorriso sulle labbra; di piacevolissima
conversazione si guadagnava l’affetto di tutti e specie dei suoi famigliari, che in lui trovavano la
loro guida ed il centro della vita domestica.
Sorpreso repentinamente da paralisi, il comm. Giuseppe Alessandri visse pochi giorni fra
grandi sofferenze, che sopportò con cristiana rassegnazione confortato più volte dai Sacramenti
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