Page 10 - Genta a Roma
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CACINI (Gustavo Cacini) Attore
(1890-1969)
Nato nel rione Borgo, esercitò prima il mestiere di stagnaro, poi, sollecitato dai suoi amici
per la sua bizzarra fisionomia, entrò a far parte di povere compagnie d’avanspettacolo divenendo
bersaglio di un pubblico spietato e malvagio che al suo apparire in palcoscenico si divertiva
unicamente ad irriderlo con il lancio di uova marce, broccoli, gatti morti e cocce di cocomeri. Per
tutta risposta Cacini si rivolgeva agli spettatori interpretando una ridicola macchietta di bullo
romano con gesti sguaiati e parole tronfie e minacciose; ma, in definitiva, si vedeva che
quell’atteggiamento era soltanto smargiasso e fanfarone.
Gli urlati e scurrili battibecchi fra l’attore e la platea duravano per tutto il numero di
Cacini. Non accadeva altro.
L’insolito spettacolo riempiva di gioia gli spettatori e nello stesso tempo arricchiva il
successo dell’attore. Dalla sua atipica e singolare popolarità deriva il detto proverbiale "E chi te
credi da èsse? E che sarai, Cacini? "
Dopo essersi esibito allo Jovinelli, al Principe, al Volturno e al Morgana apparì un’ultima
volta nel 1945 al Quattro Fontane interpretando il suo personaggio tragicomico nella rivista Soffia
So…di Garinei e Giovannini accanto alla grande Anna Magnani.
Negli ultimi anni frequentò una ristretta cerchia di amici, personaggi di una Roma
popolaresca che stava scomparendo: l’attore Alfredo Bambi, fortunato interprete di toccanti
sceneggiate (Er fattaccio, Bello, Venditore ambulante e Nannarella ispirata, quest’ultima, al torbido e
conturbante caso Lionello Egidi – Annarella Bracci); Cesaretto Simmi, l’oste poeta della
trasteverina Cisterna; il vecchio macchiettista Pini che per sopravvivere era diventato maschera al
cinema-varietà Arenula.
Cacini morì a Nettuno nella clinica delle Ancelle del Buon Pastore. A lui è dedicata una
strada nella zona di Acilia, sempre nel Comune di Roma.
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