Page 9 - Genta a Roma
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TANIO BOCCIA Regista cinematografico vilipeso
(1912-1982)
Tanio Boccia era romano e, dopo aver lavorato come ballerino e coreografo nella rivista e
come attore nel teatro dialettale romanesco, dal 1952 intraprese la carriera di regista
cinematografica arrivando a dirigere una ventina di film.
Del resto, la fame di cinema degli anni '50 era tanto grande (prime, seconde, terze visioni,
arene, sale parrocchiali….) che l’imponente domanda giustificava una sia pur scadente offerta.
Fra quelli di tanti maldestri artigiani, il nome di Tanio Boccia emerse. In senso negativo,
s’intende, perché nell’ambiente sfrontato, crudele e impietoso del cinema romano tale nome
divenne simbolo e sinonimo di chi, dirigendo un film, mostrava un tale basso mestiere e una così
evidente incapacità tecnica da essere squalificato per tutta la vita. Insomma un film alla "Tanio
Boccia" era un prodotto senza nessuna qualità, una vera bufala senza speranza e senza perdono;
l’epiteto di "Tanio Boccia" veniva affibbiato come colpo di grazia a quei registi che, poveretti,
erano reduci da qualche clamoroso insuccesso, per screditarli ancora di più.
È pur vero che in realtà il regista Tanio Boccia non è stato né migliore né peggiore di tanti
altri mestieranti che hanno lavorato negli anni '50 – '70. I suoi film sono in gran parte degli
scassati rifacimenti dei titoli di maggior successo commerciale nei vari "generi". Film di
bassissimo costo, rapidissima lavorazione, abborracciati, ricchi dei famosi "accrocchi" che
sopperivano alla povertà dei mezzi (coccodrilli di cartone, molte tende per coprire la mancanza di
grandi scenografie, tanti primi piani per evitare gli sfondi inadeguati, costumi approssimativi.)
L’importante era che l’uscita del film (di serie B) seguisse a ruota quello che l’aveva ispirato (serie
A). Ecco alcuni titoli della filmografia di Tanio Boccia: per i "polizieschi", il film d’esordio
Dramma sul Tevere (1952); per "quelli che parlano al vostro cuore", Anna perdonami (1953); per i
"sandaloni", Giulio Cesare il conquistatore delle Gallie (1963); per i "mitologici" e i "Kolossal", Sansone
contro i pirati (1963) e Maciste alla corte dello Zar (1964); per gli "007", Agente X 17 operazione Oceano
(1966); per i "Western", Uccidi o muori; Dio non paga il sabato (1967).
Anche se dal 1960 (Il conquistatore d’Oriente) Boccia assunse lo pseudonimo di Amerigo
Anton, il mito e le allusioni legate al suo vero nome continuarono. Mito che ancora dura se tre
giovani cinefili, Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata hanno dedicato a lui
nel 1997 Il caricatore, storia di tre giovani scannati che cercano disperatamente di fare un film in
cui appare una fantomatica casa di produzione: la Boccia film.
Amerigo Anton, colpito da un’emiparesi, morì a settant’anni dopo un’agonia abbastanza
lunga. È rimasto inedito un suo film sulla guerra degli italiani in Grecia, Crepuscolo di gloria, e stava
lavorando, ultima sua fatica, ad un film sulla battaglia di Legnano.
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