Page 32 - Genta a Roma
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LE DIECI DONNE DEL PONTE DI FERRO
            (+ 1944)

            e                                                                Donne romane affamate
            CATERINA MARTINELLI
            (+ 1944)




                   Roma  città  affamata.  Manca  tutto,  per  chi  non  può  ricorrere  all’odiosa  borsanera.  È  il

            momento peggiore della guerra: bombardamenti, attentati, rastrellamenti, rappresaglie, gli Alleati
            sono  fermi  ad  Anzio,  "non  vanno  né  avanti  né  indietro",  gli  uomini  al  fronte  o  prigionieri  o
            nascosti o non se ne sa più niente; i figli e i vecchi da sfamare. Ai primi di aprile del 1944, dopo il
            catastrofico e lungo inverno, le condizioni alimentari si fanno intollerabili portando allo stremo la

            popolazione.  Il  quantitativo  di  pane  distribuito  è  ridotto  da  150  a  100  grammi  al  giorno  e  le
            donne romane sono esasperate dall’impossibilità di dar da mangiare alle loro famiglie.
                   Protagoniste di così oscuro periodo sono proprio le donne che da sole, con ogni mezzo,
            con  l’astuzia  o  la  violenza,  cercano  di  sopravvivere  alle  miserie  della  guerra.  È  così  che
            avvengono i primi assalti ai forni, destinati a diventare sempre più frequenti; sono le donne spinte
            dal  bisogno  che  li  pensano  e  li  organizzano  spontaneamente  anche  se  qualche  volta  c’è  dietro

            l’aiuto  e  l’impulso  dei  gruppi  femminili  della  Resistenza.  Si  passano  parola,  vanno  all’assalto
            provviste di sporte per metterci dentro  quel po' che riusciranno a prendere,  usano i figli come
            scudo.
                   In via Leone IV, davanti alla sede della Delegazione rionale, scoppia una rabbiosa protesta
            contro  la  sospensione  della  distribuzione  di  patate  e  farina  di  latte.  Nella  stessa  strada  viene

            assaltato  il  forno  De  Acutis  ma  qui  c’è  il  consenso  dello  stesso  proprietario  che,  distribuito  il
            pane e la farina, si dà alla clandestinità. Sempre fra i Prati e il Trionfale, zona di piccola e media
            borghesia, avvengono assalti ai panifici in via Vespasiano, via Ottaviano e via Candia. Ulteriore
            irosa protesta davanti al forno di via Luigi Tosti al quartiere Appio-Latino per la riduzione della
            razione giornaliera a 100 grammi. A Borgo Pio viene assalito addirittura un camion, scortato dai

            militi fascisti, che trasporta pane per una caserma. Tale è l’improvvisa e inaspettata irruenza delle
            assalitrici che i militi possono fare ben poco e si trovano il camion completamente saccheggiato.
                   Ma l’episodio più tragico, e nello stesso tempo più emblematico di tutti, avviene la mattina
            del 7 aprile 1944, un venerdì, sotto Pasqua. Un piccolo gruppo di donne prende di mira questa
            volta il mulino-forno Tesei che è anche un deposito di pane per le truppe tedesche di stanza a

            Roma. Lo stabilimento, oggi scomparso, si trova sulla riva trasteverina del fiume vicino al ponte
            di ferro, oggi  ponte dell’Industria,  che collega la  zona  del  gazometro  a quella  della  stazione  di
            Trastevere.  Il  forno,  molto  vasto,  è  al  momento  sguarnito  di  sorveglianza  militare:  con  la
            comprensiva  condiscendenza  del  direttore  italiano, il gruppo  può  entrare in  tutta  tranquillità e,
            senza strepito, si appropria di poche pagnotte e di qualche sacco di farina. Ma qualcuno ha visto
            e fa la spia. La polizia germanica interviene immediatamente: alcune riescono a fuggire ma altre

            vengono prese dalle nere divise delle S.S.; una diecina di donne, impaurite e singhiozzanti, sono


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