Page 13 - Sulla delegazione romana dell'Accademia Italiana della cucina
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stupore ci tranquillizzò dicendo che saremmo andati adesso da
"Elettra", in via Principe Amedeo, a mangiare un buonissimo
fritto alla romana. Sosteneva, il nostro instancabile anfitrione
che in un unico locale non si può mangiare tutto bene: l'amore
per la cucina, quello autentico e speciale, ti fa fare queste
scarrozzate. Dopo essere stati a gustare altre cose specifiche in
altri punti di Roma (mi pare fagiolini al pomodoro e/o
coratella d'abbacchio) non ricordo bene se a Monti o a
Trastevere, arrivammo verso le sei a Campo de' Fiori per
mangiare, esausti, certe frittelle buonissime.
Amore per la cucina, amore per la famiglia. Un giorno lieto
per tutti i Freda, vennero coniugati i due amori e l'occasione fu
il giorno delle Nozze di Massimo Freda e Teodolinda Reali, il
19 aprile 1969. Anche questa volta, con la solita fraterna
amicizia che lo legava al caro Secondino, Gigi Volpicelli volle
dedicare alla coppia felice una raffinata ed unica pubblicazione
dal titolo Auguri e Tartufi. È un prezioso ed elegante elzeviro di
trecento copie fuori commercio contenente alcune dotte
dissertazioni volpicelliane sul tubero. La cucina come collante
fra i più cari ed intimi affetti degli accademici.
A casa nostra tracce gastronomiche ce ne sono state, molte
ormai morte, altre tuttora in vita. È chiaro che Ceccarius
voleva che a casa sua si mangiasse alla romana e allora anche la
tradizione, al di fuori della tavola, era il più possibile osservata.
Mi ricordo un gran freddo preso una notte che eravamo andati
al "cottio", l'Antivigilia di Natale. Poi a me, per di più, il pesce
non piace molto. Solamente perché mi piacciono e così anche
la tradizione è rispettata, sono ghiotto di "pescetti", quelli
marinati. Buonissime le "fave dei morti", grandi pappate di
"quaresimali" nel lungo periodo, ovviamente, di Quaresima.
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