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di tradizione popolare, e dal vivo, così autentico. A Fabrizi in special maniera la
cosa rimane a mente tanto da riprodurla dopo sulla scena quasi per intero in un
famoso monologo, tra i più belli, "Cacarella ovvero carettiere a vino". È uno dei
tanti applauditi risultati che Aldo Fabrizi ha ottenuto attraverso il voluto e
amoroso contatto con la sua Roma.
"Cacarella" è ancora un'altra volta un tema ricorrente tra Fabrizi e
Ceccarius: tra gli autografi in ceramica, dell'ormai famosa collezione posta sul
muro del villino di Ceccarius a S. Severa, ne figura uno di Fabrizi che
ricordando la comune frequenza da "Cacarella", e il profluvio di tradizioni
popolari che dilagava da quel caratteristico postarello trasteverino, così scrive:
Fiore de pane/A Ceccarius/si ognuno se impicciassimo pe' sene/sarebbe un monno de
felicitane. Aldo Fabrizi. Da "Er carettiere a vino". Uno spicchietto di una Roma
amata da entrambi.
Anche io, voglio dare un personale piccolo contributo alla rievocazione
di "Cacarella". Dato che i Ceccarelli abitavano allora in via Corsini a
Trastevere, per prendere Ponte Sisto ero obbligato a passare per via Benedetta
davanti all'osteriola del noto carrettiere. Ricordo che sull'insegna c'erano scritti
alcuni versi, come fossero un consiglio salutare:: Si vi volete aripulire le budella/
venite a beve qui da Cacarella. Ricordo anche lui, il carettiere, ormai un vecchio,
stanco carrettiere romano in demolizione, seduto per strada davanti alla
bottega su quelle comode sedie con la paglia, con il costume ottocentesco
sempre più sdrucito. I benemeriti cronisti ed eruditi di tipologie romanesche lo
danno morto nel 1947.
Fabrizi dopo il bagno popolaresco comincia a scrivere qualche poesia.
Maria Cielo Pessione che ne è la nipote, attenta ed amorosa vestale
dell'Archivio e dei ricordi del celebre nonno, così racconta: " Lo era stato
sempre un poeta accorato, malinconico e dialettale che già a vent'anni
pubblicava poesie sulla rivista romana "Rugantino". Fu grazie a questa sua
attività che entrò nel mondo dello spettacolo innamorandosi di una cantante
romana, per la quale aveva scritto le parole di una canzone che lei portò al
successo. Anche per amor suo iniziò a esibirsi nei piccoli teatri di provincia per
90 lire serali in qualità di comico grottesco, con un repertorio di spassose
canzoncine, e nello stesso tempo riuscì a imporsi all'ammirazione del pubblico
in sale di avanspettacolo più prestigiose, duettando strofette salaci proprio con
lei, con quella Beatrice Rocchi cantante dialettale già famosa in tutta Italia col
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