Page 87 - Genta a Roma
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inaspettati e rozzi tentativi di spogliarello di qualche attricetta, con il malinconico proposito di
farsi notare. Roma è piena di attori americani che fanno i loro film e convergono tutti nel night
alla moda. Ricorda Igor Man:”Là, da Victor, vidi una notte Lauren Bacall, gelosa, graffiare a
sangue, con studiata lentezza, il collo di suo marito Humphrey Bogart perché faceva lo stupidino
con Miss Europa, romana di Roma. Fuori del night bivaccava Tazio Secchiaroli l’ispiratore del
paparazzo della Dolce Vita. ".
I fotografi sono forse fra le figure principali di questo periodo: da loro abbiamo il veridico
ritratto delle facce dei protagonisti di quel mondo esagitato, nel quadro degli avvenimenti più o
meno piccanti di quelle notti romane. Saranno gli autori di ripetute imprese fotografiche a
sensazione. Succede spesso, per esempio, che noti divi e dive, con occasionali accompagnatori o
accompagnatrici, a bordo di sgargianti cabriolet, fuggano da Victor inseguiti da uno stuolo di
fotografi che con le loro scassate Vespe, vogliono ad ogni costo riprendere la loro nottata brava.
Urlate richieste a farsi consegnare i rullini incriminati, scomposti dinieghi, qualche schiaffone,
danneggiamento delle macchine fotografiche, denunce. È il momento della loro breve gloria che
rimarrà nella piccola storia del costume di Roma. I fatti, i fattacci e i fattarelli che avvengono da
Victor saranno puntualmente riportati da un certo tipo di stampa-rosa-mondan-scandalistica che
sta prendendo piede tanto da diventare il bollettino ufficiale della vita notturna di Roma. Per
completezza d’informazione non mancherà la pubblicazione di un adeguato corredo di
indispensabili ed esplicative fotografie "rubate". Nel night stazionano i "cronisti rosa" (più donne
che uomini) che sono i corifei (qualche volta gli ideatori) degli avvenimenti accaduti.
Victor è veramente soddisfatto: con tale affollamento di richiami di ogni genere
il"suo"V ictor American bar va a gonfie vele. Sì, ci sarà qualche impiccio, forse abbastanza scontato
data la presenza di una così promiscua e frenetica clientela. Va a finire, insomma, che girano nel
night gli stupefacenti, alcuni giovani mondani vengono arrestati, persistenti voci dicono che
nell’incresciosa faccenda siano coinvolti noti personaggi più o meno insospettabili. Tutto viene
messo a tacere. Victor non c’entra niente, è dispiaciuto solo per il buon nome del locale che, in
ogni caso, gli ha procurato tanta provvida notorietà. Comunque il night viene chiuso.
Ma lui già da qualche tempo sta lavorando ad un altro progetto, nuovo e diverso dalle sue
precedenti realizzazioni: la prossima colossale iniziativa sarà instaurata, finalmente, proprio in via
Veneto, fulcro della Café-society. Riecheggerà stili e modi molto francesi, sottinteso omaggio di
riconoscenza al Paese ove ha svolto il suo apprendistato: si chiamerà infatti Café de Paris e davanti
all’ingresso saranno installate eleganti strutture con ampie coperture ispirate appunto alle terrasses
parigine; il tono dell’insieme, specialmente all’interno, sarà d’intonazione internazionale, molto
chic e accurato in ogni senso, dalle uniformi del personale, all’arredamento, alla posateria.
Prima, al posto del Café de Paris, c’era il Caffè Excelsior un modesto bar-latteria (più latteria
che bar), che prendeva nome dall’omonimo albergo prospiciente. I lavori di ristrutturazione
durano tre anni e, con un ragguardevole finanziamento, Victor mette su il più monumentale e
rifornito snack di gastronomia, italiana e straniera, che si sia visto a Roma. Un bancone lungo
quaranta metri, pieno di antipasti caldi e freddi, primi piatti, carni, varie specialità di formaggi e di
dessert, eccellenti vini. Nei più dei cento tavoli possono mangiare circa seicento persone. Il
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