Page 85 - Genta a Roma
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VICTOR (Vittorio Tombolini)          Preparatore di cocktail per la bella gente
            (1904-1994)





                   All’inizio c’è Vittorio Tombolini, volenteroso cameriere di un piccolo caffè di Vigevano.
            Trent’anni dopo, c’è Victor, il più importante operatore economico, a Roma, nel settore dei caffè
            di lusso, dei night-clubs e della refezione ad alto livello. Cos’è successo? È successo che Vittorio,
            ambizioso e con grandi progetti per la testa, si è stancato presto della monotona provincia pavese

            che  non  offre  niente,  nessuna  possibile  speranza  di  carriera.  Prende  allora  la  decisione  di
            emigrare in cerca di fortuna. Gira l’Europa e come cameriere avventizio  lavora in alcuni grandi
            alberghi francesi del nord e della Costa Azzurra, impara il francese, raffina il suo mestiere; poco
            dopo diventa un barman apprezzato: i bon-vivants internazionali degli anni Quaranta vogliono tutti

            i  suoi  speciali  cocktail.  A  Saint  Raphàel,  in uno di  questi  hôtel  alla  moda  conosce  la  figlia del
            padrone  e  se  la  sposa.  Si  chiama  Blanche  e  per  tutta  la  vita  sarà  l’esperta  consigliera  della
            vorticosa attività del marito.
            Rientra in Italia dopo la guerra e, forte della dell’alta professionalità acquisita nel periodo della
            ripresa  economica  italiana,  lavora  in  alcuni  grandi  alberghi  del  settentrione,  sempre  più
            conosciuto come barman.

                   Poi il salto: Roma È a questo punto che Vittorio si tramuta in Victor, inventa addirittura
            uno  stemma  che d’allora sarà  sempre piazzato  dietro il  banco  di  servizio  dei  suoi  bar, come  è
            giusto  per  un  capo  di  Stato.  Nello  stemma  è  raffigurato  un  galletto.  Nessun  riferimento  alla
            Repubblica  francese.  Te  lo  spiega  lui  il  significato  del  galletto  nel  suo  stemma:  il  barman  fa  il
            cocktail,  parola  inglese  composta  da  cock,  gallo  e  tail,  coda.  Da  qui  il  marchio,  depositato,  di

            Victor.
                   Nel  1950  non  si  lascia  scappare  la  buona  occasione  dell’Anno  Santo  per  poter  lucrare
            qualcosa. Riesce a gestire una Mensa di Pellegrini, che, in occasione del Giubileo, è stata installata
            nell’ambito  del  ristorante  Apollo  in  via  Nazionale.  Pasti  veloci,  senza  alcuna  pretesa,  per
            pellegrini  soltanto  affamati  e  stanchi  Quest’iniziativa,  ovviamente,  è  un  po'  frustrante  per  il

            prestigioso  preparatore  di  cocktail  che  si  trova  suo  malgrado  a  servire  con  forzati  sorrisetti  di
            maniera gli anonimi romei: lui è ormai abituato, in semibuie e confidenziali atmosfere, ad un tu
            per tu, garbato ed amichevole, con veri signori fra inebrianti bevute, pettegolezzi e partite a dadi.
            E  anche,  sia  da  una  parte  che  dall’altra  del  bancone,  ad  accorate  richieste  di  prestiti  e
            finanziamenti.  Da  un  punto  di  vista  remunerativo  la  mensa  –  poco  più  che  un  sacro  posto  di

            ristoro  –  non  è  poi  neanche  un  affare,  c’è  poco  o  niente  da  guadagnare,  solo  da  rimetterci
            qualche lira ma per altri versi l’Anno Santo si rivela utilissimo per Victor: a potuto far conoscere
            la sua immagine poco nota negli ambienti del Vicariato, l’ha rafforzata nella società romana che
            conta, ha ottenuto da tutti credibilità e stima per aver condotto la pia opera del vettovagliamento
            giubilare  senza  il  minimo  sgarro  e  senza  creare  problemi.  Un  marchio  di  garanzia,  di  serietà  e
            professionalità che gli gioverà moltissimo.





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