Page 86 - Genta a Roma
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Dopo  qualche  tempo  nasce  a  Roma  l’Open  Gate:  è  un  circolo  promosso  da  alcuni
            personaggi della mondanità: Rudy Crespi, Gianni Agnelli, la figlia di Vittorio Emanuele Orlando,

            l’avvocato  Sotis,  sono  fra  i  promotori.  Il  club  raccoglie  l’aristocrazia  romana,  vecchi  e  onorati
            ambasciatori, eminenti cattedratici, professionisti di grido, qualche rotariano di spicco, rarissimi
            politici, malvisti e sopportati, ammessi solamente per convenienza. L’Open Gate si trova in via S.
            Nicola  da  Tolentino  nel  seminterrato  del  cinema  "Fiamma",  appena  inaugurato.  È  arredato
            elegantemente dai Busiri Vici, c’è un piccolo teatro, un’ampia sala di ricevimento, un ristorante
            con  fornitissimo  bar.  Si  balla  accompagnati  da  un’orchestrina  dal  suono  smorzato.  La  vita  del

            circolo  è  molto  chiusa  ed  esclusiva,  è  un  club  paludato  e  di  casta:  solo  ogni  tanto  qualche
            ricevimento  per  alcune  personalità  di  passaggio  a  Roma  come  la  principessa  Margaret
            d’Inghilterra, Salvador Dalì ed Evita  Peron ed alcune serate in onore di attori ormai consacrati
            come Jean Louis Barrault, Ingrid Bergman, Anna Magnani, Lawrence Olivier. Ci sono poi, per

            quattro risate in famiglia, alcuni  spettacoli di riviste musicali con la partecipazione della  jeunesse
            dorée  romana.  L’attività  culturale  è  incentrata  sulla  rievocazione  e  rielaborazione  di  celebri
            processi, con l’intervento di celebri giuristi e avvocati, e qualche seriosa conferenza che concilia il
            sonno  dei  presenti.  Vengono  anche  proiettati  film  in  anteprima  e  una  giuria  di  soci  decide  le
            opere da premiare con l’assegnazione dei David di Donatello, manifestazione che rimarrà in vita
            anche quando l’Open Gate sarà morto.

                   Con  la  buona  stampa  che  si  è  conquistata  Victor  arriva  ad  ottenere  la  gestione  del
            Restaurant  e  del  bar  del  circolo.  Ha  finalmente  la  possibilità  d’incontrare  tutta  la  gente  di  gran
            classe  che  lo  frequenta;  il  suo  lavoro  accontenta  i  pretenziosi,  capricciosi  e  difficili  soci,  anzi,
            riesce perfino a soddisfarli, nascono amicizie e progetti d’interesse comuni. Victor è felice: il suo
            sogno di avere riconoscimenti e gratificazioni da una clientela di classe si è concretizzato e può

            preparare di nuovo i suoi famosi cocktail.
                   Ma  non  è  pienamente  appagato.  Lascia  l’Open  Gate.  Vuole,  a  questo  punto,  un  locale
            "suo", con il "suo" nome, il V ictor American bar. E ci riesce, lo mette su in via Emilia, una strada
            vicina a via Veneto, nella  zona della mondanità  nuova e sfrenata. Il locale non è un granché, è
            piccolo, buietto, arredato alla meglio: poltrone, tavolinetti, ampi divani, un corto bancone per il

            bar; c’è una modesta orchestra con cantanti confidenziali. Ci si sta anche un po' stretti. Insomma
            è un night qualunque, senza nessuna innovazione e qualità.
                   Ma  V ictor  diventa  lo  stesso  il  locale  alla  moda.  Il  successo  e  il  richiamo  continuo  che
            ottiene è dato quasi esclusivamente dalla gente che lo frequenta: è il punto d’incontro di quanti
            vogliono  fare  vita  notturna  e  prendere  parte  alla  mondanità  rumorosa  e  sfacciata  che  sta

            maturando, costituita in gran parte da personaggi noti del cinema italiano e straniero, con il loro
            numeroso  indotto.  È  il  jet-set:  attori  e  attrici,  registi,  produttori,  gente  del  cinema  che  conta,
            vanno da V ictor, ormai obbligatorio punto di ritrovo e di svago. A questo gruppo si mischiano
            tutti  quelli  che  ambiscono,  ad  ogni  costo,  a  poter  partecipare  alla  vita  aurea  dei  grandi  dello
            spettacolo.  Piccole attrici bramose di successo  e  di benessere, gagliardi  giovanotti  affamati che
            vogliono diventare attori, press agents che cercano di "lanciare" le une e gli altri, avventurieri puri,

            produttori imbroglioni, ingombranti fotografi in attesa dello "scoop". Quasi ogni sera avvengono


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