Page 80 - Genta a Roma
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ROMOLO VASELLI Gran lavoratore e uomo discusso
(1882-1960)
Il romano, anzi il romanissimo Romolo Vaselli è, strano a dirsi, un autentico Cavaliere del
Lavoro, titolo a prima vista più adatto a un superattivo milanese che al figlio di un popolo che,
seguendo la memorabile dichiarazione d’intenti belliana (Tutta la mi' passione, Sarvatore, sarebbe
quella de nun fa' mai gnente…) è visto, nello stereotipo, come pigro e svogliato. Romolo Vaselli è
esattamente il contrario: lavora e lavorerà tutta la vita, dai tredici anni in su.
Nasce a via Urbana nel rione Monti ed è battezzato a S. Maria Maggiore. La madre, Adele,
da ragazza ha lavorato come "granarola", cioè conciatrice di grano, in uno dei vecchi granai
vicino S. Prassede. Il padre, Giovanni, gestisce alcune piccole cave di pozzolana e pietra da
costruzione sparse fuori Porta Maggiore, S. Lorenzo e S. Giovanni; rifornisce con qualche
carrettino a cavalli i cantieri che alla fine dell’Ottocento stanno concludendo la prima fase di
edificazione di Roma Capitale. Una famiglia del popolo dove vige una dura e severa disciplina:
bisogna lavorare tutti. E così anche il piccolo Romolo deve darsi subito da fare per aiutare il
padre. Veramente, i suoi avrebbero farlo studiare, ma lui per lo studio non è proprio tagliato. La
sua carriera, portentosa, sarà basata solamente su personalissime intuizioni, sul coraggio, su
azioni concrete e su uno straordinario impegno organizzativo. In cinque anni il giovane Romolo
fa i mestieri più disparati: operaio agricolo, esattore di modesti crediti paterni, vaccaro, capraio,
commesso in un negozio di coloniali: esperienze preziose.
Per liberarsi al più presto dagli obblighi militari Romolo va volontario sotto le armi e al
ritorno inizia un nuovo lavoro con solo due scassatissimi carrettini a mano per il trasporto del
materiale da costruzione. In questi anni compra una bicicletta usata, parte in contanti e parte in
cambiali: è il suo primo atto commerciale che gli consente di risparmiare i 40 centesimi di tram
che ogni giorno lo porta da S. Giovanni a piazza Venezia. S’innamora di una giovane popolana,
Elvira Petronici, figlia di un burbero e forzuto carrettiere (di quelli con l’orecchino) che non
ammette attenzioni e intrusioni sentimentali nella famiglia. Il giovane innamorato, povero in
canna, non demorde e ottiene la mano della ragazza. Romolo Vaselli ha 21 anni e questo successo
per un matrimonio a prima vista impossibile sarà la prima di tante altre vittorie.
A Roma, dopo una grave crisi edilizia, c’è una lenta ripresa di lavoro. L’oculatezza e
l’entusiasmo del piccolo imprenditore è tale che ottiene qualche appalto dal municipio: i carrettini
per il trasporto diventano una ventina di carri e gli operai raggiungono le 12 unità. È il 1905 e
viene fondata una Società, l’Impresa Vaselli, non solo per il trasporto di materiali, ma anche
come impresa di costruzioni stradali ed edili. La minuscola azienda adotta moderne attrezzature,
si specializza e si perfeziona: ottiene parecchi appalti da tutte le amministrazioni comunali che si
succedono prima della Grande Guerra. Una delle commesse più importanti è la costruzione e la
manutenzione di un’infinità di strade di Roma, ancora allo stato di terra battuta, specialmente nei
nuovi quartieri, quelli fuori le Mura Aureliane.
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