Page 77 - Genta a Roma
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ANGIOLO VALIANI                                          Re dei carciofini sott’olio
            (1840-1903)





                   Tutta la vita e la notorietà di Angiolo Valiani è strettamente legata al mondo delle ferrovie
            e  al  mondo  dei  carciofini,  quelli  sott’olio.  Nei  due  campi,  così  lontani  l’uno  dall’altro,  Valiani
            eccellerà e primeggerà.
                   Nato in Toscana, a Pistoia, in una famiglia di osti, pur proseguendo l’attività dei suoi, la

            diversifica aprendo due buffet di stazione, uno ad Orbetello e un altro a Grosseto. Il buon esito
            ottenuto  lo  spinge  al  grande  salto  inducendolo  a  gestire  il  buffet  della  stazione  Termini  al
            momento del  grande restauro e  ammodernamento  di  Roma  Capitale. Nel  1887  entra  quindi  in
            funzione il "Buffet-Ristorante stazione centrale di Roma della Ditta Angiolo Valiani e figli" che,

            fino a tutto il 1938 (ulteriore demolizione e nuova  sistemazione della  stazione Termini),  sarà il
            più rinomato ed elegante ristorante ferroviario in Italia e forse in Europa. Nessuno lo chiama più
            col riduttivo nome di buffet: è un ristorante lussuoso, di tono internazionale, un piccolo "Chez-
            Maxim's" romano, lampadari scintillanti, camerieri in frac, orchestrina, ricca scelta di piatti, prezzi
            adeguati.
                   Il  bel  mondo  viaggia  e  il  treno  è  un  gran  richiamo.  Ma  prima  di  salire  sul  wagon-lit  per

            attori  e  industriali,  commercianti  e  riccastri,  la  sosta  da  Valiani  è  di  rigore.  Sosta  relativa:  la
            partenza incalza, inizia  la lotta tra  la Beefsteak à la Mirabeau e l’orologio, vinta immancabilmente
            dagli  efficientissimi  cuochi  e  camerieri  del  ristorante.  Meglio  ancora  se  non  si  ha  tanta  fretta
            come ben sanno i clienti che, senza l’incubo del treno, vanno lì per i loro pranzi d’affari e i loro
            banchetti.

                   Ai primi del Novecento, per i palati più semplici e per quanti, con piccola spesa, vogliono
            conciliare la fame col viaggio, Valiani introduce una refezione da consumarsi a bordo (un vero e
            proprio  cestino  in  vimini)  chiamata  Provvigioni  per  viaggio,  a  £  2,  50,  che  contiene  "2  pani,
            Fiaschetto  di  vino,  Acqua  Claudia,  Antipasto,  1/4  Pollo,  Rosbif,  Frutta,  Formaggio,  Dolce,
            Bicchiere,  Salvietta,  Coltello,  Sale,  Stecchino".  Grande  successo  e  forte  consumo  da  parte  dei

            viaggiatori, soddisfatti e rifocillati.
                   Non  manca  un  incidente  di  stazione  (fortunatamente  senza  conseguenze)  che  sfiora  il
            Valiani: alla fine del 1916 un treno frena in ritardo e dopo aver distrutto i respingenti del binario
            d’arrivo  si  ferma  miracolosamente  proprio  all’ingresso  del  ristorante,  sotto  al  mitico  grande
            orologio,  punto  d’incontro  e  d’appuntamento.  Sull’accaduto  il  sor  Capanna,  popolare  cronista

            cittadino, compone uno stornello:


                                         A la stazione un treno ha deragliato,
                                         veniva da Firenze, quer diretto.
                                         Arivò lì de corsa, senza fiato,
                                         aveva tanta fame, poveretto.


                                         Volle entrà, 'sta ferrovia,
                                         da V aliani in trattoria,

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