Page 78 - Genta a Roma
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senza creanza
                                         pe' mette quarche cosa ne' la panza.

                   Angiolo Valiani è un uomo grande e grosso, affabile e cordiale: il volto roseo sempre ben
            rasato,  un’appariscente  palandrana  nera,  un  marcato  accento  toscano.  Sempre  presente,  cura

            personalmente  l’andamento  del  ristorante,  ispeziona  con  tatto  e  perizia  la  cucina  e  le  sale  e
            principalmente,  con  garbo  e  circospezione,  controlla  che  al  cliente  sia  servito,  anche  se  non
            richiesto, un piccolo antipasto di carciofini sott’olio. Questa dei carciofini sott’olio è la sua vera
            passione, il suo orgoglio, la trovata commerciale con la quale farà un sacco di soldi e, attraverso
            l’esportazione, acquisterà una notorietà internazionale. Vengono da un terreno di Orbetello, quei

            carciofini. Recisi al punto esatto della maturazione, cotti ai gradi giusti di calore, ripassati all’aceto
            e poi immersi nell’olio più fino di Lucca, sono davvero belli da vedere nei grandi vasi di vetro:
            verdi  geometrie  di  piccoli  vegetali,  allineati  l’uno  all’altro  come  un’immagine  di  caleidoscopio
            fissata nel momento più bello.
                   Data  la  nomea  e  il  successo  della  specialità,  Angiolo  chiama  persino  i  suoi  figli  col
            nomignolo di "Flacon" l’uno e di "Carciofino" l’altro. Ricorda Piero Scarpa in Sessant’anni di vita

            romana:"…bastava  dare  un  rapido  sguardo  all’abbigliamento  del  sor  Angiolo  per  scorgervi
            applicato come decorazione il modello del carciofo. Lo si vedeva,  in ragguardevoli proporzioni
            ricamato in seta d’oro, i larghi bordi della vasta cravatta che gli piovevano sul panciotto, lo teneva
            come spilla sulla cravatta stessa, sui gemelli dei polsini, sui bottoni della camicia e quando, con un

            certo  sussiego  spiegava  il  fazzoletto  questo  ripiegava  pesantemente  sui  quattro  triangoli
            dell’estremità  dove  tanti  bassorilievi  apparivano  modellati  a  trapunto,  guarniti  di  foglie  che
            invadevano i bordi quattro…carciofi".
                   Forte  del  suo  prestigio,  Angiolo  Valiani,  organizzatore  instancabile,  prepara  grandi
            banchetti anche  fuori dal suo  ristorante-tempio  della  stazione Termini.  Sono  fastosi  convivi  in
            occasione di Congressi internazionali alla luce del mito dell’antica Roma, on tutta la messinscena

            del caso. Celebre quello del 1903 offerto da Guido Baccelli nominato Ministro dell’Agricoltura.
            Su  questo  banchetto  e  su  altri  scrive  Romeo  Marchetti  (Mezzo  secolo,  ricordi  di  un  giornalista
            caricaturista), che vi partecipava in rappresentanza del Travaso delle Idee:"Il Ministro dette l’incarico
            ad  Angiolo  Valiani,  coadiuvato  dal  figlio  Poldo,  di  ordinare  e  servire  il  banchetto.  La  località

            scelta  da  Guido  Baccelli,  fu  le  Terme  di  Caracalla;  tavole  enormi  furono  approntate  per  ben
            seimila persone; veramente una  cosa grandiosa.  La  tavola  d’onore,  per  duecento  persone  –  era
            romanamente  addobbata  –  con  dieci  vitelle  imbalsamate  sopra  delle  pellicce  di  prato,  con  gli
            zoccoli e le corna dorate. Le vitelle, veramente, non hanno corna, ma il Ministro le volle con le
            corna e queste furono fatte di argilla e poi dorate. Alla base di queste corna, una piccola ghirlanda
            di rose. Spettacolo magnifico, degno dell’ambiente, e del grande Guido Baccelli. Tutte le tavole

            infiorate; seimila posti a sedere. Furono serviti pasticci di maccheroni lunghi tre metri e cosci di
            vitella interi arrosto. Non si possono numerare le quantità dei vini, perché tutte le case agricole e
            vinicole d’Italia avevano regalato vini in profusione…
                   …Altro  banchetto  importante fu sulla  nave  di  Caligola,  costruita su  disegno di  Ernesto
            Biondi  nell’interno  dell’esposizione  del  1911  a  Roma.  Questo  banchetto  fu  in  occasione  del


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