Page 13 - AFA - Antologia sull'insopportabile caldo romano
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Di questa serie facevano parte palazzi monumentali o storici, come il palazzo Chigi
in piazza Colonna; il palazzo Gabrielli poi Taverna a Monte Giordano; il palazzo
Doria-Paphily e il palazzo Fiano al Corso; il palazzo Cini in piazza di Pietra; il
palazzo Theodoli, demolito per far luogo all’attuale via del Parlamento, il palazzo
Lavaggi (ora Guglielmi) agli Uffici del Vicario, ecc, nonché alcuni casamenti, dei
quali si ricordano quello scomparso a via dei Sediari, distinto col civico n. 63,
abbattuto con l’apertura del corso del Rinascimento, ed un altro che sorgeva fra Borgo
Vecchio e Borgo Nuovo.
Ma principale fra tutti i “trapassi” era quello costituito dal complesso dei palazzi del
Quirinale. Era un detto comune che dalle Quattro Fontane si poteva uscire a
Fontana di Trevi passando sempre all’ombra, anche sotto la sferza cocente del sole di
luglio, traversando quel complesso di fabbriche che principia dal Quirinale, sotto i
corridoi del quale vi fu sempre servitù di passaggio, come ricorda il Maes (“Il Cracas”,
12-19 maggio 1888), e termina alla Dataria, formando un corpo vastissimo e unito
da interne comunicazioni.
La curiosa combinazione ci è spiegata così bene dal Belli in uno dei suoi sonetti che
reca, appunto il titolo significativo di “La strada cuperta”:
(Mario Bosi, Un privilegio perduto: i trapassi dei portoni, in
Strenna dei Romanisti, Staderini editore, Roma, 1972).
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