Page 9 - AFA - Antologia sull'insopportabile caldo romano
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2115 L’ARIA CATTIVA
Scappate via, sloggiate, furistieri:
fora pe’ carità, ch’entra l’istate.
chemommò a Roma so’ affaracci seri.
Presto fate fagotto, sgommerate
Nun vedete che panze abburracciate ?
Che facce da spedali e cimiteri ?
Da qui avanti, inzinenta li curieri
ce manneno le lettre a cannonate.
Si arrestate un po’ più, vevedo brutti,
che qui er callo è un giudizzio universale:
l’aria de luj’ e agosto ammazza tutti.
Pe’ più fraggello poi, la gente morta
seguita a magnà e beve, pe’ sta male
e morì l’ann’appresso un’antra vorta.
Roma, 5 giugno 1845 G.G.Belli
E infine, come nella campagna deserta e nella palude popolata di cinghiali e di bufali,
c’era in quella Roma la malaria, il misterioso flagello al quale i Romani antichi
avevano elevato templi ed i moderni pagavano anche più degli antichi regolare tributo
di morte. Migliaia ne erano colpiti ogni estate e centinaia ne morivano. Come si vede
Belli ci scherzava, ma i quartieri periferici erano tutti infetti; Celio, Gianicolo e
Vaticano non erano neanch’essi sicuri; residenze famose, come villa Madama a monte
Mario, o la villa di Papa Giulio fuori porta del Popolo, andavano in rovina perché
non trovavano locatori. La prima, che gli stranieri non mancavano mai di visitare per
gli affreschi di Giulio Romano e di Giovanni da Udine, era ridotta a una specie di
fattoria e nei locali a pianterreno entravano liberamente gli armenti. “E’ in vendita-
disse Senior conversando con Michelangelo Caetani- la villa Mellini sul monte Mario.
E’ una bella residenza, alta, asciutta ed esposta. E’ salubre ? No,- egli disse.- Non
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