Page 14 - AFA - Antologia sull'insopportabile caldo romano
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502 LA STRADA CUPERTA
Chi vvò vvienì da le Quattro Funtane
Sempre ar coperto ggiù a Funtan-de-Trevi
Entri ar porton der Papa, c’arimane
Incontr’a Ssan Carlino: poi se bbevi
Tutto er coritorone de sti grevi
De papalini fjji de puttane:
Ggiri er cortile: poi ssceggni a li Bbrevi
Sin dove prima se faceva er pane.
Com’è arrivato a la Panetteria,
Trapassi l’arco, eppoi ricali abbasso
E scappi dar porton de Dataria,
E accusì er viaggio finirà a l’arbergo
De li somari che stanno a l’ingrasso
Maggnanno carta zifferata in gergo.
Roma, 28 novembre 1832. G.G.Belli
In una città priva di portici come Roma, poteva essere comodo l’attraversare un lungo
tratto al coperto, percorrendo i cortili porticati e i corridoi dei palazzi del Quirinale e
della Dataria. E il popolano, elencandoli, ne trae lo spunto per lanciare alcune
frecciate contro i dipendenti delle amministrazioni pontificie che in quei palazzi
avevano sede.
(Roberto Vighi, G.G.Belli, Poesie romanesche, Libreria dello Stato,
Roma, 1988-1994).
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