Page 8 - Roma l'altro ieri - Piccola agenda di vita quotidiana: gli appuntamenti
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Il fragoroso colpo, tuttavia, pare vero e suscita in verità un discreto spavento tra i presenti.
Costoro, ancora frastornati dal botto, hanno sorrisi tesi, pronunciano sbrigative parole con le quali
fanno capire che con la rimbombante cannonata la passeggiata al Gianicolo è finita e che è ora di
tornarsene a casa. Sono contenti solamente, se non altro, di aver regolato l'orologio. Gli esperti
sapientoni in artiglieria confutano la veridicità della detonazione asserendo che, se ci si fa caso, appena
dopo lo sparo si vede intorno al cannone una grande quantità di piccoli pezzi di cartone, grandi come
grosse zanzare, che svolazzano nell'aria: con sottolineata sufficienza svelano che questo è il segno
dell'ibrida cartuccia a salve. Meno male.
APPUNTAMENTI DI SCONTRO
Piazza Venezia, Galleria Colonna
I "capannelli ", una sorta di "comizi volanti", nascono al momento della riacquistata libertà, alle
prime elezioni politiche, quando il voto era una novità. I "capannelli" hanno luogo nei punti più centrali
di Roma: in segno di rivincita verso il passato regime fascista alcuni si formano proprio in quella piazza
Venezia fino a qualche tempo prima proibita anche alla sosta di più di tre persone. Ora, nella
piazza,sotto l'ormai disarmato balcone, ci si può fermare, si può discutere ad alta voce e dire quello che
si vuole, fino a tarda notte.
Altri affollati "capannelli" stanno pure dentro la Galleria Colonna, il sempre frequentato e
tradizionale punto d'incontro cittadino. Anche qui, spontaneamente, senza prefissati appuntamenti, si
svolgono a qualsiasi ora.
Si può dire che i "capannelli" tolgono la voglia, a chi lo vuole, di essere ascoltato e non stare lì solo ad
ascoltare. Perlopiù dopo cena, in mezzo a folti cerchi di spettatori pronti a rimbeccare, come feroci e
improvvisati combattimenti di galli, si accendono i "comizi volanti". Sono una forma elementare di
politica spettacolo. Se anticipavano in qualche modo gli arruffati battibecchi televisivi di oggi,
ripetevano anche, inconsapevolmente, schemi dell'antica Commedia dell'Arte. I protagonisti che
improvvisavano su antichi canovacci già un poco logori, non erano mai conosciuti per nome e
cognome ma per soprannome, come le antiche Maschere, appunto.
Fra loro, indimenticabile il "Professore", democristiano, serissimo, quasi lugubre, logorroico,
vinceva tutti per noia. Se la coppia classica di contendenti vedeva in gara un "agit-prop" (agitatore
propagandista del PCI) contro un "agit-pret" (termine scherzoso per il sostenitore della DC), esisteva
anche la "coppia rossa", tutta PCI, che simulando un contrasto fra il "dotto" e "l'ignorante" riprendeva
inconsciamente vecchie tecniche gesuitiche per l'insegnamento del catechismo. All'indispensabile tocco
di follia povvedeva "Tabula rasa", involontario epigono di Petrolini, coi suoi stravolgimenti di nomi,
cose, fatti : Togliatti diventava Toglieri, Nenni Nanni, Mussolini Buffolini, i fratelli Marx avevano
scritto La Capitale, in Russia c'era una macchina agricola che seminava e mieteva contemporaneamente ;
a chi mostrava qualche perplessità, tappava la bocca con un "Non ce credi ? Vado a casa, prendo il libro
e te lo faccio vedé ! "
Qualche volta, se il clima si era fatto troppo caldo, lo spettacolo finiva male. Col "carosello" (altra
novità) eseguito dalle camionette della Celere. Dentro la Galleria Colonna
APPUNTAMENTI SPERANZOSI
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