Page 23 - Genta a Roma
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Primavera de gioia tu te chiami.
potenza nun ce sta che te consumi
de sorisi la vita ce ricami:
bella de viso, bella de costumi
fiore che t’arripari fra li rami
stella che nun trapassi e che nun sfumi
Pazienza se l’incoronazione vera e propria, rinviata più volte e fissata ormai per il primo di
ottobre, avvenne sotto una pioggia torrenziale, con un ombrello che riparava a mala pena le
insegne reali.
Per Palmira c’era pronto qualcosa di meglio: un marito innamoratissimo (e gelosissimo,
ma come avrebbe potuto non esserlo?). Era il pittore e scultore Mario Amendola, suo vicino di
casa, sostenitore e pigmalione, che dopo poco la sposò e con lei divise la vita tra Napoli e Roma.
Ebbero cinque figli e nove nipoti e, negli anni napoletani, nel villino "Palmira" al Vomero,
accolsero anche il nipote Giorgio Amendola che, orfano del padre bastonato a morte dai fascisti,
ricorderà nella sua autobiografia la bella zia.
Insomma, la lunga quieta vita di Palmira Ceccani smentì le previsioni catastrofiche sul
destino delle "principesse". Del resto una sola finì male, Giulia Benni del rione Ponte, uccisa con
un colpo di revolver. Tutte le altre, se non proprio filarono la lana, se ne rimasero
tranquillamente a casa propria.
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