Page 39 - Genta a Roma
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I FISCHIATORI I salvatori della notte
Quando il traffico, specialmente di notte, era quasi inesistente diventava difficile trovare
un mezzo che ti riportasse a casa. Alcune piazze e strade romane rimanevano pur sempre i
passaggi obbligati per quelle poche vetture che circolavano nella città semideserta. Questi punti,
diventati strategici, erano presidiati da solerti quanto scaltrissimi chiama-vetture che, con una
piccola mancia, mediante un lacerante fischio prendevano al volo il taxi che passava mettendolo a
disposizione del cliente che lo aspettava. Alla salita non mancavano cerimoniose scappellate e
riguardose aperture di sportello.
Si ricordano i ricorrenti posti delle "prese al volo", i nomi e – siamo a Roma – gli
immancabili soprannomi di questi fischiatori, benemeriti salvatori della notte: a piazza Ss.
Apostoli c’era Pietro Canavacci detto "er Pallaccia"; Giggi "er Tranviere" a via Veneto; Cencio
detto "lo Schiaffo" a via Firenze; Titino "er Bellavista" alla Stazione; Pietro "er Fazzolettone" a S.
Silvestro.
Perché "er Pallaccia", "er Tranviere", "lo Schiaffo", "er Bellavista", "er Fazzolettone" e
tanti altri soprannomi che si sentono spessissimo in giro, perché? Sarebbe interessante fare
un’indagine sulle ragioni che hanno originato questi fantasiosi e quasi sempre azzeccati epiteti
della vita quotidiana di Roma. A darne una precisa spiegazione ci avevano già pensato gli antichi
romani; a registrarne alcuni c’è stato Belli in un elenco saporito contenuto in una lettera all’amico
Mambor:”…Nanna quattrochiappe… Gurgumella, Panzella, Rinzo, Chiodo, Roscio, Cacaritto,
Puntattacchi, Dograzzia, Bebberebbè, Napugliello, Cacasangue, Codone, Magnammerda…".
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