Page 5 - Sulla delegazione romana dell'Accademia Italiana della cucina
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critica d'arte e di problemi cittadini; talvolta si trasformavano
in agoni poetici nei quali imperava l'arguzia e il buon umore
prettamente romano. Rammento a questo proposito alcune
composizioni in romanesco su motivi mangerecci molto
gradite al vivace uditorio quasi ai limiti dello Jovinelli: La
coratella coi carciofi di Luciano Folgore e Li facioli del Romanista
marchese Antonio Spinola. Quella di Folgore credo che si
conosca, mentre l'altra, quella di Spinola venne pubblicata sulla
Strenna dei Romanisti del 1941.
LI FACIOLI
Tra le mejo pietanze ch’ho assaggiate
Nessuna c'è che tanto me conzoli
Quanto un ber piatto cupo de facioli
Der color de 'na tonaca de frate.
Nun me parlà de cose aricercate:
De gnocchi, de pasticci, de ravioli;
So li facioli, li facioli soli
Che te ponno fà l'anime beate!
Co' certe cotichette tenerelle
Come li fa mi moje, pora cocca,
Par de magnà un suffritto d'animelle.
Teneri, sfravolati, butirosi
Che te se sfragne com'un gnente in bocca:
Ah! che gran manna! che magnà da sposi!
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