Page 52 - Genta a Roma
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LA SORA NINA (Angelina Biancatelli) Strillona inventiva
(+ 1953)
Prima della televisione, prima che si sapesse in tempo reale tutto di tutti, i protagonisti
dell’informazione erano, senza dubbio, gli strilloni. Erano loro che già all’uscita dalle tipografie,
con le copie ancora calde e sporche d’inchiostro, urlavano a squarciagola i titoli dei giornali che si
trasformavano in fatti del giorno, tremendi e indimenticabili, in quegli eventi cioè che
cambiavano il corso della storia e della vita di ognuno: lo scoppio della guerra, il lancio della
prima bomba atomica, l’arrivo della pace; oppure sempre con quegli strilli annunciavano la morte
di un papa cui seguiva, naturalmente, qualche tempo dopo, la notizia che di papa se ne era fatto
un altro. Annunciavano anche cose meno importanti ma sempre di grossa presa popolare. Coi
titoli strillati per strada l’opinione pubblica, anche se sommariamente, poteva essere aggiornata su
appassionanti vicende di cronaca: l’inesplicabile caso Bruneri – Canella, i processi Graziosi e
Montesi, le sorti della Roma e della Lazio, fortunate vincite al Totocalcio. Cominciava così lo
strillonaggio: i giornalai ambulanti, con addosso tutte quelle copie, correvano in fretta e furia
verso i punti centrali di Roma iniziando una più razionale e sistematica distribuzione e vendita
dei giornali che si erano portati dietro: avevano già scelto i titoli da strillare, i più sensazionali, tali
da giustificare l’acquisto del foglio. Attorno a loro facevano cerchio varie decine di persone avide
di notizie più precise e particolareggiate.
Tradizionali punti di vendita la Galleria Colonna, piazza S. Silvestro, la stazione Termini,
via Veneto, piazza Venezia, piazza S. Giovanni, piazza Fiume: tutti posti insomma dove era più
intensa la vita cittadina e magari facevano capolinea tram e autobus. Cominciavano coi commenti
alla testata del giornale da vendere:”La Tribuna" – strillava il giornalaio – "È uscita La Tribuna"e
poi "chi magna e chi digiuna". Continuavano con quelli dei titoli:”Una moglie ha ammazzato il
marito" e poi, con voce stentorea:”Ha fatto bene".
Tutto questo ingenuo, sempliciotto spirito per rendere la vendita più vivace e anche forse
per fare il verso e rimanere in linea col carattere scanzonato, sarcastico e bonaccione dei "romani
de Roma", un po' come avveniva nei mercati.
La "sora Nina", al secolo Angelina Biancatelli, era la più nota venditrice di giornali della
città. Bassotta e rotondetta, modi autenticamente popolari, attirava la simpatia di tutti. Il suo
strillonaggio era una mescolanza di commenti personalissimi, sempre salaci e maliziosi, con titoli,
doppisensi, fatti di vita, il cui risultato riguardava la politica nazionale e internazionale, la
cronaca, l’economia e il costume in genere dando corpo ad una sorta di giudizio critico che
poteva ricordare un Pasquino ambulante: nomine di ministri, arresto di banditi, Parlamento, falsi
in bilancio, mangerie e imbrogli, leggi ridicole, comici di varietà, guerra fredda e torride
temperature.
Originale in tutto, anche nel tono di voce, la "sora Nina" si distingueva dagli altri strilloni
che urlavano a squarciagola i loro titoli: lei li borbottava, quasi li sussurrava con voce roca, senza
enfasi, senza un minimo di passionalità e con una monotonia da notaio alla lettura di un rogito.
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