Page 58 - Genta a Roma
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CHARLES POLETTI Il Commissario americano per la zona di Roma:
(1903-2002) molte ciarle e pochi spaghetti
Nel giugno del 1944, al momento della liberazione di Roma, il comando del Governo
Militare Alleato si stabilisce nel Palazzo delle Assicurazioni a piazza Venezia, già sede della
Confederazione Fascista Generale dell’Industria Italiana. A capo del comando c’è il colonnello
Charles Poletti, sbarcato fra i primi Alleati in Sicilia. Di lui poco si sa. Si capisce già dal cognome
che è un italo-americano e la sua pronuncia ricorda quella del doppiaggio italiano dei film di
Stanlio e Ollio. Infatti è figlio di uno scalpellino di origine piemontese emigrato in America.
Poletti nasce nel Vermont e una ventina di anni dopo viene a Roma dove studia giurisprudenza;
ritornato negli Stati Uniti, inizia la sua carriera politico amministrativa fino a diventare vice
governatore dello Stato di New York e, in seguito, assistente speciale al ministero della Guerra.
Rivestendo la carica di Commissario regionale del Governo Militare Alleato per la zona di Roma
il colonnello Poletti diventa il personaggio più importante del momento. Da lui dipendono le
sorti degli affari politici, civili e organizzativi della città, ma ai romani, più che altro, stanno a
cuore i problemi della distribuzione annonaria. È cordiale, alla mano, ottimista, con una sicurezza
tutta americana, parla moltissimo, forse troppo. Indefessamente, ogni mercoledì alla radio
comunica alla cittadinanza in attesa di notizie, buone e cattive, le condizioni dei rifornimenti. Tra
una battuta e l’altra, una barzelletta, una lezione di democrazia applicata, il colonnello, che
doveva essere il salvatore di Roma e l’iniziatore di uno sperato benessere, comincia a deludere.
Diventa l’oggetto di un epigramma popolare da romana statua parlante:”Charles Poletti, meno
ciarle e più spaghetti".
Spesso si contraddice e innervosisce i cittadini. "Sarebbe bene che i romani si lavassero di
più" dice un giorno: e lo dice proprio in un periodo in cui l’acqua non è distribuita da tempo. E
in attesa che l’acqua ritorni il Comando requisisce anche gli stabilimenti dei bagni pubblici e altri
impianti igenici tra cui quelli celebrati del comm. Cleopatro Cobianchi a Palazzo Ruspoli, angolo
piazza S. Lorenzo in Lucina. Per requisirli mette gli occhi anche sui galleggianti delle società
natatorie e nautiche sul Tevere. Poi soprassiede.
Nell’aprile del 1945 il colonnello Poletti lascia Roma; in Campidoglio il sindaco Doria gli
dona quella speciale medaglia in "riconoscimento dei servizi resi alla città eterna" che in altre
occasioni era stata data allo storico tedesco Mommsen e al Presidente degli Stati Uniti Wilson; il
colonnello nell’ultima sua allocuzione radiofonica ringrazia e ripetendo inconsapevolmente le
parole di Pio IX cent’anni prima augura che "Dio benedica l’Italia" e va a Milano liberata. La
guerra è finita, c’è la pace in tutto il mondo.
Il colonnello Poletti morirà vecchissimo, quasi centenario al suo paese.
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